Doveva essere un’accelerazione, fin qui è stata soprattutto un’attesa. Leon Bailey si è fermato di nuovo a Torino, nell’ennesimo capitolo di una stagione che non gli ha mai permesso di essere davvero continuo. E adesso, più che i tempi, conta il significato: perché ogni stop sposta il baricentro delle scelte, soprattutto quando il mercato è dietro l’angolo.
Oggi gli esami: la “verità” che può orientare le prossime mosse
Gli accertamenti strumentali, inizialmente previsti per ieri, sono slittati a questa mattina: il timore è una lesione al flessore della coscia sinistra. Il verdetto è atteso nelle prossime ore.
E nel frattempo la Roma ragiona: perché se l’esito fosse pesante, il rischio è di perderlo per un blocco di partite che pesa sulla classifica e sulla gestione delle rotazioni.
I numeri raccontano l’incubo: poco campo, troppi “a capo”
L’ultima gara è durata una manciata di minuti: entrato nella ripresa allo Stadium, è stato costretto a uscire dopo circa venti minuti.
E il resto del campionato, fin qui, è una somma spezzata: presenze a intermittenza, condizione mai stabile, continuità mai davvero trovata.
Il punto non è solo lo stop: è la prospettiva
Bailey è arrivato in prestito dall’Aston Villa con un diritto di riscatto importante. Ma se il giocatore non riesce a offrire garanzie fisiche, allora la domanda cambia natura: non “quando torna”, ma “che senso ha aspettarlo”.
Ecco perché, oggi, l’esame vale doppio. Vale per la diagnosi e vale per ciò che può innescare a gennaio, quando ogni scelta diventa anche una scelta di direzione.