Mario Hermoso questa sera si è presentato in conferenza stampa al fianco di Gasperini alla vigilia della sfida di Europa League contro il Celtic Glasgow.
Alla domanda sull’episodio con Folorunsho, si è limitato a spiegare che «non ho parlato con lui», aggiungendo che «quanto accaduto si commenta da solo» e che spetterà alla Lega valutare i limiti di certi comportamenti. Lasciando trasparire tutto il suo risentimento nei confronti dell’ex Lazio, con il quale non ha voluto chiarire l’accaduto.
Poi, lo sguardo di Hermoso si è spostato sul proprio percorso recente. Ha raccontato come, arrivato a Roma in un momento difficile, il passaggio al Leverkusen lo abbia aiutato a ritrovare fiducia prima dell’infortunio. Ha sottolineato quanto sia stato decisivo l’appoggio dell’allenatore, ricordando che «mi avrebbe giudicato solo sul lavoro» e ribadendo la gratitudine verso chi gli ha concesso la possibilità di ricominciare. Un legame professionale e umano che sta prendendo forma: «spero di poter continuare questo rapporto a lungo».
A un certo punto è emerso il confronto inevitabile tra due guide importanti della sua carriera. Hermoso ha riconosciuto affinità tra Gasperini e Simeone, spiegando che il tecnico della Roma è stato tra i primi a credere nella difesa a tre e in un’impostazione capace di creare superiorità. Ha parlato del modo in cui entrambi sanno trasmettere al gruppo ciò che vogliono, un tratto che considera raro e prezioso: «far sì che tutti vadano nella stessa direzione è complesso».