Doni: “Roma è casa mia, altro che storie inventate”

L’ex portiere giallorosso si confessa: l’amore per la città, il derby d’esordio, le bugie sulle radio e i no a Juventus e Barcellona

Jacopo Mandò -
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Doni
Doni (ex Roma) ai tempi del Liverpool: i ricordi tra derby, critiche e grandi club rifiutati – Romaforever.it

“A Roma ho lasciato il cuore”

Per Doniéber Alexander Marangon, conosciuto come Doni, parlare di Roma significa tornare a casa. L’ex portiere giallorosso, arrivato nella Capitale nel 2005 e rimasto fino al 2011, nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport racconta il colpo di fulmine con la città: si innamora appena vede il Colosseo, poi arrivano la maglia della Roma, i tifosi, l’Olimpico. Un sogno diventato realtà: “La considero casa”, confessa, spiegando quanto quei colori siano rimasti incollati alla sua storia, ben oltre gli anni da calciatore.

Il derby come prima volta

Il debutto in giallorosso non è una partita qualunque. Luciano Spalletti lo lancia per la prima volta in Serie A nel derby del 23 ottobre 2005, finito 1-1. Doni ricorda quella giornata come un battesimo di fuoco: aveva 26 anni, nessuna esperienza nel massimo campionato italiano, e si ritrova catapultato nella sfida più sentita della città. In campo, mentre para, gli passa davanti tutto il percorso fatto fino a lì, dai primi passi in Brasile all’occasione con la Roma.

Le radio, le voci e il sostegno dello spogliatoio

Non manca un passaggio sulle criticità della piazza. Doni definisce Roma una realtà meravigliosa ma piena di spigoli. Il riferimento va soprattutto alle radio locali e alle chiacchiere circolate negli anni su di lui: storie di presunti problemi nello spogliatoio, voglia di andare via, scarsa professionalità. Lui le liquida come “tutte bugie”, ricordando però quanto sia stato importante il sostegno del gruppo squadra. In particolare cita Daniele De Rossi, che in un’intervista chiese pubblicamente di smetterla di inventare falsità sul conto del compagno.

I corteggiamenti di Juve e Barça

Nella carriera di Doni non sono mancate le tentazioni. Racconta di essere stato vicino alla Juventus in due momenti: dopo il primo anno in Italia e più avanti, al termine dell’esperienza con il Liverpool, quando i bianconeri cercavano un vice Buffon. E nel 2006 si era fatto sotto anche il Barcellona di Eto’o e Messi. Proposte di altissimo livello, normali per un portiere nel giro del Brasile. Ma alla fine la scelta è stata sempre la stessa: restare alla Roma, perché lì voleva giocare, e lì – parole sue – stava davvero bene.