Il siparietto sulla punizione e le domande in conferenza
Ieri alle 18:00, alla Dacia Arena, l’Udinese di Nicolò Zaniolo ha incrociato il Genoa guidato da Daniele De Rossi. Una sfida che per qualche secondo ha riportato tutti indietro ai giorni della Roma: durante una punizione a favore dei friulani, le telecamere hanno pizzicato il tecnico del Grifone avvicinarsi al classe 1999 e dirgli qualcosa all’orecchio, strappando un mezzo sorriso al numero 10 bianconero.
Normale che, nel dopo gara, l’episodio finisse al centro delle domande dei cronisti. E lì De Rossi ha scelto la sua solita via: sincerità e ironia, senza mai abbandonare il registro dell’affetto.
De Rossi: “Con lui insulti affettuosi, a Madrid capii che era già un campione”
Sul rapporto con Zaniolo, l’allenatore del Genoa ha raccontato di avergli rivolto uno dei suoi soliti “rimproveri” scherzosi: “Quello che gli ho detto non ve lo posso ripetere, altrimenti dovrei inventarmi una versione più pulita… Diciamo che è uno dei tanti insulti affettuosi che gli tiro dietro da quando era un ragazzino”.
Poi il discorso si è allargato agli anni in giallorosso: “Quando giocavo prendevo sotto la mia ala i giovani come lui. La sua carriera è stata turbolenta, lo sappiamo tutti, ma io mi porto dietro l’immagine di un ragazzo fantastico, con un potenziale clamoroso che ha già fatto vedere e continuerà a far vedere”.
Il ricordo più vivido, neanche a dirlo, è legato alle notti europee della Roma: “A Madrid, prima del suo esordio in Champions, pensavo di doverlo calmare io. In realtà era già un campione dentro, con quel pizzico di sfrontatezza che ti serve per stare a certi livelli”.
Parole che suonano come una carezza a distanza: il mister del Genoa, oggi avversario, non smette di rivendicare il legame con il talento che esplose proprio accanto a lui nello spogliatoio della Roma.