Intervallo alla Unipol Domus e il tabellone dice 0-0, ma il punteggio racconta solo una parte della storia. La sensazione è che, nei primi 45 minuti, sia stato il Cagliari a interpretare meglio la partita: più aggressivo, più corto, più dentro i duelli.
La Roma ha provato a gestire il pallone, ma lo ha fatto con una manovra spesso orizzontale, senza mai riuscire davvero a strappare tra le linee. Poche accelerazioni, pochissimi uno contro uno, praticamente nessun pallone pulito dentro l’area avversaria: così la partita è rimasta congelata, esattamente dove la voleva la squadra di Pisacane.
Roma, serve un cambio di mentalità
Il dato più chiaro all’intervallo è uno: nel secondo tempo serve una Roma diversa. Non solo negli uomini – le opzioni dalla panchina non mancano – ma soprattutto nella testa.
Ai giallorossi serve:
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più coraggio nel prendersi la responsabilità dell’ultima giocata;
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più cattiveria nei 20 metri finali per mettere in porta almeno un pallone;
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una maggiore attenzione nel limitare Palestra, fin qui vero uomo in più del Cagliari, sempre pronto a spaccare il campo in campo aperto.
Il risultato, per ora, tiene tutto aperto. Ma per restare agganciati alla parte altissima della classifica, la Roma non può accontentarsi di una partita “pensata”: nel secondo tempo servirà una Roma molto più incisiva, nel gioco e nelle scelte.