La stagione di Niccolò Pisilli rischia di restare sospesa. Il classe 2004, uno dei prodotti più interessanti del vivaio romanista, con Gasperini sta trovando pochissimo spazio: appena 117 minuti complessivi, mai da titolare, distribuiti tra spezzoni in Serie A e qualche apparizione in Europa.
Il paradosso è che, in Under 21, Pisilli continua a brillare: gol, personalità, giocate da interno moderno che uniscono intensità, qualità e capacità di inserimento. Proprio questo contrasto – protagonista in azzurro, comprimario a Trigoria – ha acceso il dibattito sul suo futuro immediato.
L’idea Genoa: De Rossi lo vuole al centro del progetto
Su questo scenario si inserisce il Genoa di Daniele De Rossi, che ha messo Pisilli in cima alla lista dei rinforzi “tecnici” per il centrocampo di gennaio. I liguri lo vedono come un profilo ideale per ritmo, aggressività e pulizia di gioco, un mezz’ala da responsabilizzare subito in un contesto dove il minutaggio non sarebbe un problema ma una necessità.
L’idea è chiara: prestito secco fino a giugno, senza opzioni di acquisto, così da garantire al ragazzo mesi veri di Serie A e alla Roma il pieno controllo sul suo cartellino. Una soluzione che piace molto a De Rossi, che conosce bene Pisilli e ne apprezza mentalità e margini di crescita.
La posizione della Roma: proteggere il futuro, non bloccare il presente
A Trigoria nessuno ha voglia di “perdere” Pisilli. È considerato un asset tecnico e patrimoniale importante, uno di quei profili che possono diventare titolari nei prossimi anni. Allo stesso tempo, però, cresce la consapevolezza che tenerlo fermo adesso sia un rischio: c’è il timore di ripetere errori già visti con altri giovani esplosi solo dopo essere andati via.
Le prossime settimane serviranno per pesare tutto:
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cosa offre il Genoa in termini di spazio reale;
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quanta fiducia Gasperini può garantirgli da qui a fine stagione;
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e quanto la Roma è pronta a “lasciarlo andare” per farlo tornare più forte.
Il bivio è chiaro: o Pisilli diventa subito parte delle rotazioni giallorosse, oppure il passaggio intermedio in rossoblù può essere la rampa di lancio giusta. L’unica certezza è che, a 21 anni, il tempo da buttare in panchina non esiste più.