Stephan El Shaarawy dopo la sfida contro il Midtjylland ha parlato ai microfoni di SkySport, in una serata che lo ha visto tagliare il traguardo della sua partita numero 90 in Europa con la Roma. Ha raccontato la soddisfazione per aver trovato il primo gol stagionale, dopo che a Cremona aveva fatto il primo assist in una settimana decisamente positiva.
Quando gli è stato chiesto come il suo ingresso avesse cambiato l’impatto del match, El Shaarawy ha risposto: “Chi entra deve essere decisivo, chiunque entra. Spesso le partite si vincono coi cambi”. Del resto il suo rapporto con Gian Piero Gasperini è sempre stato saldo: l’allenatore che lo lanciò diciassette anni fa in Serie A. Ritrovandolo oggi, ha confessato: “Sono passati 17 anni, ritrovandolo adesso è sempre lo stesso, ti spinge a dare tutto, e sono contento di averlo ritrovato”.
Il tema del suo ruolo attuale è inevitabile, soprattutto considerando che il tecnico utilizza costantemente sei cambi. El Shaarawy ha spiegato con chiarezza la filosofia dello staff: “Il mister lo dice sempre, lui sembra quasi non abbia titolari o riserve perché quando uno gioca è perché in allenamento fa bene e lo vede bene. Quando entri devi fare le giocate, gli assist e i gol, sia che entro o che parto dall’inizio devo fare bene”.
E poi la nuova identità offensiva della Roma, un tema su cui si è soffermato. “Lo ricerchiamo tantissimo in allenamento: i fraseggi tra attaccanti, le palle in area forti sono cose che lui vuole e noi cerchiamo. Avendo tanta qualità davanti dobbiamo trovarci sempre in area, stop e tiro. Lavoriamo per questo”.
Sul futuro, invece, è rimasto più cauto. Alla domanda sul rinnovo, ha lasciato aperta ogni possibilità: “Di quello dobbiamo ancora parlare, vedremo cosa succederà”. E intantp il presente racconta un giocatore ancora decisivo, ancora dentro la storia della Roma.