Calendario alla mano, lo Zini sembra l’appuntamento giusto per allungare. Ma il dato che conta è un altro: nel 2025 la Roma ha costruito l’identità proprio lontano da casa. Un percorso da prima della classe in trasferta che racconta solidità, gestione dei momenti e cinismo. A Cremona, più che un’occasione, è un esame di coerenza.
La mappa del 2025 fuori casa
Da Bologna–Roma 2-2 del 12 gennaio a Milan–Roma 1-0 del 2 novembre: 15 partite, 35 punti, 18 gol fatti e appena 8 subiti. Tradotto: media 2,33 a gara, 11 vittorie (ben 8 per 1-0), 2 pari e 2 sconfitte. In Europa fa meglio solo il Bayern(2,43), mentre il Barcellona viaggia alla pari. Non è fiammata: è la prosecuzione del lavoro impostato da Ranieri e ora ottimizzato da Gasperini.
Perché la Roma rende di più lontano dall’Olimpico
Spazi più larghi, campo in campo: la squadra si distende, attacca le uscite avversarie e converte la pressione alta in occasioni pulite. La fase difensiva—5 gol subiti in campionato—regge l’urto e permette di capitalizzare anche partite “sporche”. In stagione, fuori casa, è 6 su 7 in Serie A; aggiungete le due vittorie di Europa League a Nizza e Glasgow e il quadro è chiaro.
Lo Zini, il rischio e la posta
La Cremonese verticalizza, accende gli uno-contro-uno e prova a correre sulle seconde palle: serviranno uscite pulite e la solita ferocia nei dettagli (palle inattive, transizioni corte). La Roma ha un trend da grande, ora deve mantenerlo: vincere in trasferta quando tutti se l’aspettano è il passo che separa la corsa Champions dal sogno più grande.