Pierpaolo Marino, già consulente del presidente della Roma nell’88/89, vede una squadra senza tetto. L’incipit è chiaro: si aspettava una Roma forte, non così presto. E proprio questo, per lui, è il punto che alimenta l’ottimismo: le squadre di Gian Piero Gasperini, al primo anno, partono spesso in sordina e crescono alla distanza. Se la premessa è questa classifica, il picco deve ancora arrivare.
La lettura di Marino: perché il meglio può ancora venire
Marino lega tre fattori. Primo: identità già riconoscibile—aggressione uomo su uomo, ritmo, verticalità. Secondo: ambiente competitivo, con uno spogliatoio che ha assorbito la mentalità del tecnico. Terzo: peso specifico dell’allenatore—«tra i primi tre in Serie A», dice—capace di alzare il livello nei mesi che contano. Risultato? La Roma è prima con merito, in un campionato dove la soglia-punti in vetta è più bassa rispetto ad alcune stagioni: una condizione che amplia le possibilità di restare davanti se si tengono cadenza e qualità delle prestazioni.
Gennaio all’orizzonte: leve tecniche e societarie
C’è poi il capitolo mercato. Marino sottolinea che la proprietà ha i mezzi per intervenire a gennaio: l’idea è consolidare ciò che funziona e colmare i vuoti che hanno rallentato la fase realizzativa. In sintesi: non serve stravolgere, ma aumentare il margine d’errore davanti—dove si vincono i campionati—senza sfilacciare gli equilibri che hanno portato la Roma in alto. Per questo, conclude, «non ci sono limiti»: con la rotta attuale, sognare non è più un vezzo, ma una conseguenza.