Il gioco è fermo, Dovbyk è a terra e lo staff medico lo circonda. In campo e sugli spalti, l’attenzione è tutta per lui. Nessuno protesta, nessuno sospetta nulla. Poi, all’improvviso il Var richiama l’arbitro Collu. Nessuno sa perché. Gasperini osserva confuso, Baldanzi resta pronto per entrare ma il gioco non riprende. Tutti si chiedono cosa stia succedendo, finché le immagini svelano l’invisibile: un fallo di mano di Kamara, sfuggito a tutti, che aveva deviato un cross destinato alla schiena di Celik. In campo non si era accorto nessuno, ma la tecnologia sì.
Dopo diversi secondi, arriva il verdetto. Rigore per la Roma. Dal dischetto, Pellegrini non sbaglia e fa esplodere uno stadio che fino a un attimo prima tratteneva il fiato. È un’esultanza quasi surreale, nata dal nulla, come se il gol fosse stato creato da un algoritmo e non da un’azione umana.
È il gol dei tempi moderni, che arriva in ritardo, che ribalta il silenzio e ricorda a tutti che oggi nulla può sfuggire.