Nicolò Zaniolo torna all’Olimpico. Da ex, ancora. E la sensazione è che stavolta non sia solo un incrocio di calendario, ma una resa dei conti emotiva tra ciò che è stato e ciò che potrebbe tornare a essere. L’ultima visita con l’Atalanta finì con un gol e un’esultanza polemica: fotografia di un rapporto col popolo giallorosso ormai incrinato. Oggi arriva da tre reti nelle ultime quattro: è probabilmente il miglior Zaniolo dai tempi della Roma. E la sfida con l’Udinese può pesare sul suo rientro stabile nel giro azzurro e sul prossimo capitolo di carriera.
Dalla profezia al paradosso
Era il febbraio 2019, doppietta al Porto, stadio in visibilio. Poi gli infortuni ai crociati, le ripartenze, gli alti e bassi. In mezzo pagine che restano: la tripletta al Bodø/Glimt e il tocco di Tirana che consegna alla Roma la Conference. Fino alla separazione del 2023 e a un ritorno da avversario con strascichi (gol ed esultanza, scintille con i giallorossi) e la coda polemica della lite al Viola Park, chiusa con una multa federale. È il paradosso Zaniolo: icona e frattura, talento che divide.
Chiave tecnica e psicologica
Per la Roma di Gasperini il tema non è solo tattico. Zaniolo, strappo e fisicità, oggi incide attaccando mezzo-spazio e area con tempi più puliti: serviranno attenzione sulle seconde palle e raddoppi in conduzione. Ma c’è anche il clima: gestione delle emozioni prima ancora dei duelli. Da un lato l’Olimpico che difficilmente perdonerà, dall’altro un giocatore che vive di scintille: contenerne l’onda – senza alimentarla – vale quasi quanto marcarlo.
Un bivio (per lui) e un messaggio (per la Roma)
Per Zaniolo questa può essere la partita-vetrina: continuità, gol pesanti e leadership lontano dalle scuse. Per la Roma è un test di maturità: non farsi trascinare nel racconto dell’ex, ma imporre trame e ritmo. Il resto lo dirà il campo. Le storie d’amore, quando finiscono, a volte ritornano come prove. Stavolta la prova è per entrambi.