Un rigore parato può cambiare una partita. A San Siro ha cambiato anche il dibattito. Dopo la parata di Maignan su Dybala, Alexis Saelemaekers è esploso in un’esultanza a pochi passi dall’arbitro Marco Guida. Il video è rimbalzato ovunque e non si parla solo di tifo: alcuni dirigenti arbitrali hanno fatto trapelare una lettura severa dell’episodio—fino al punto di considerare l’espulsione una misura possibile. Il tutto mentre il gesto del direttore di gara (un presunto “calcetto”) viene catalogato come involontario.
L’episodio e il frame che divide
La sequenza è chiara: rigore alla Roma nel finale, Dybala calcia, Maignan respinge, Saelemaekers urla di gioia di fronte a Guida. Per molti è solo adrenalina, per altri sconfinamento nel “confronto provocatorio” vietato. La clip è stata rilanciata da testate e canali social, generando un’ondata di reazioni contrapposte.
Cosa dice il regolamento (e perché c’era margine per il rosso)
Il quadro sanzionatorio è noto: esultanza provocatoria o comportamento aggressivo verso ufficiali di gara può portare al rosso diretto; in assenza di contatto o ingiurie, si resta nell’alveo del giallo per condotta antisportiva. È il confine sottile che ha incendiato il confronto: era esultanza eccessiva o era condotta provocatoria? Alcuni ex arbitri e osservatori regolamentari hanno affermato che l’interpretazione poteva essere più severa.
La posizione dei “piani alti” e il caso Guida
Secondo ricostruzioni di stampa, ambienti della CAN hanno valutato da rosso l’atteggiamento del giocatore; al contrario, il “calcetto” che Guida rifila a Saelemaekers è stato archiviato come gesto non volontario e dunque non sanzionabile. Una lettura che non spegne le polemiche ma le incanala: più severità sui comportamenti plateali, mano leggera sugli episodi di contatto fortuito.
Oltre la moviola: che cosa resta
Sul campo è rimasto l’1-0 del Milan e la svolta emotiva impressa dalla parata di Maignan. Fuori, resta un tema ricorrente: la misura delle esultanze “di pancia” quando entrano nell’area d’influenza dell’arbitro. L’ennesima linea sottile tra trasporto e provocazione, destinata a tornare alla prossima domenica.