 
			La notizia è ufficiale: Luciano Spalletti è il nuovo allenatore della Juventus. I bianconeri hanno chiuso dopo l’esonero di Igor Tudor, arrivato al termine di una striscia di otto gare senza vittorie, e hanno deciso di affidarsi a uno dei tecnici più preparati e “moderni” del nostro campionato.
Per la Roma è una notizia che tocca corde particolari. Spalletti è l’allenatore che nella Capitale ha vissuto due vite: la prima, 2005-2009, del 4-2-3-1 e del calcio più europeo visto a Trigoria in quegli anni; la seconda, 2016-2017, quella dei record in campionato, ma anche della gestione più complessa: il rapporto con Francesco Totti nel suo anno d’addio, le conferenze tese, le scelte dolorose. Un rapporto che col tempo si è ricucito – fino allo spot “western” di Amaro Montenegro girato insieme a Lurentino 38 – ma che resta uno dei capitoli più umani del romanismo recente.
Due incroci già segnati
La scelta Juve rende tutto più “romanista” perché il calendario dice che Juventus-Roma si giocherà all’Allianz il 20 dicembre 2025 (Spalletti contro la sua ex squadra, subito). E il ritorno è fissato per l’1 marzo 2026 all’Olimpico: Spalletti di nuovo sotto la Sud, ma da tecnico della Juve. A meno di sorprese di calendario, questi sono i due appuntamenti.
Perché la Juve lo ha preso
A Torino cercano ordine, identità e risultati immediati dopo un inizio 2025-26 complicato (settimi dopo nove giornate). Spalletti porta esattamente questo pacchetto: lo ha dimostrato a Napoli, riportando lo scudetto dopo 33 anni (2022-23), e poi ricevendo la panchina della Nazionale. Alla Juve gli chiedono di rimettere al centro i giocatori tecnici (Yildiz, Koopmeiners, Vlahovic se resterà) e di riportare la squadra nella lotta Champions.
Per la Roma è anche una questione emotiva: un pezzo di storia calcistica giallorossa siederà sulla panchina della rivale storica. E questa, a dicembre e soprattutto a marzo, non sarà una partita qualunque.
