Era il 26 ottobre 2016 quando durante Roma-Sassuolo, Alessandro Florenzi si accasciò a terra, toccandosi il ginocchio destro: quel momento con il senno di poi scopriamo che condizionò definitivamente la sua carriera. Da quel momento cominciò un percorso di dolore, forza e dedizione che lo avrebbe segnato profondamente, dentro e fuori dal campo.
Dopo aver annunciato il ritiro dal calcio giocato, Florenzi ha ritrovato il sorriso e una nuova sfida nella Kings League, ma da quel ricordo resta un rammarico. Ai microfoni di Radio Deejay, l’ex terzino della Roma e del Milan ha raccontato il suo più grande rimorso: “Il mio rimpianto? Aver corso troppo per amore della Roma dopo l’infortunio”.
Quel legame viscerale con la maglia giallorossa, che lo aveva spinto a rientrare troppo in fretta, è diventato il simbolo di una dedizione assoluta, forse anche eccessiva. Dopo tanti anni tra sogni, stop e rinascite, Florenzi porta ancora con sé la lezione più dura del calcio: a volte, l’amore per la propria squadra può superare persino i limiti del corpo.
Oggi, mentre si reinventa in un nuovo ruolo lontano dai riflettori della Serie A, non dimentica ancora che avrebbe potuto cambiare qualcosa del suo passato per non smettere di giocare a calcio prima del tempo.