Fabio Caressa, nel video dedicato alla 7ª giornata sul suo canale YouTube, ha letto Roma-Inter partendo da un concetto semplice: la Roma è uscita meglio di come era entrata. Il secondo tempo, dice, è “molto in crescita” rispetto alle uscite recenti: a quel livello ci può stare, con le forti; deve uscire dal campo con l’idea che ce la può fare. Il focus, però, è sull’attacco: bisogna far rientrare gli attaccanti, hanno perso fiducia; vanno sostenuti. Gasperini in questo ha sempre fatto bene: Dovbyk può migliorare, ma va molto aiutato. Un’analisi che unisce prospettiva e misura: prendere il buono, lavorare sul resto.
La lettura: perché il secondo tempo vale
Per Caressa, l’ora finale dell’Olimpico certifica che la Roma regge l’intensità e non esce dal piano gara: compattezza, pressione più pulita, qualche situazione potenziale in area. Non bastano a fare risultato con l’Inter, ma alzano l’asticella mentale: la sensazione di poterci stare “con le forti”.
Il punto sugli attaccanti (e su Dovbyk)
Il messaggio centrale è psicologico: il reparto offensivo ha bisogno di fiducia, continuità e “protezione” pubblica. Nella lettura di Caressa, Dovbyk è il caso emblematico: qualità presenti, margini da lavorare e un contesto che deve sostenerlo— tipica cifra dei gruppi di Gasperini, storicamente abili a rigenerare uomini oltre che sistemi.
Cosa significa per la Roma
Tradotto in spogliatoio: tenere il frame positivo del secondo tempo, accorciare i tempi di crescita degli attaccanti e non perdere convinzione. Con l’Europa alle porte, l’obiettivo è trasformare le “buone considerazioni” in occasioni pulite e gol. Il resto — classifica, narrativa — verrà.