Roma o Roma: perché Totti disse no al mondo e sì alla sua città

Nell’intervista con Luca Toni su “Fenomeni” (Prime Video), il Capitano ripercorre i suoi bivi.

Jacopo Mandò -
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Francesco Totti
Francesco Totti durante l’intervista con Luca Toni nel format “Fenomeni” (Prime Video): i “no” al Milan e al Real, la scelta di restare alla Roma – Romaforever.it

Ci sono carriere segnate da un trofeo, altre da un gol. Quella di Francesco Totti è segnata da una scelta: restare. Nell’intervista a “Fenomeni”, davanti a Luca Toni, il Capitano rimette in fila i crocevia di una vita sportiva che è stata anche atto d’amore.

Il primo “no” (a 12 anni)

A casa Totti, quando lui ha dodici anni, arriva il Milan. “Venne Braida e offrì 160 milioni di Lire, racconta. È la madre a opporsi: “Mi voleva proteggere e voleva che restassi a Roma”. Quel “no” è un’impronta: non un rifiuto alla grandezza, ma una firma sull’appartenenza.

Il quasi Real e le altre strade

Passano gli anni, arriva il 2004: “Fui vicinissimo al Real Madrid. È mancata solo la firma, ma sono stato io a non metterla: è prevalso il cuore e l’amore per la gente di Roma. Poi MLS, Torino (la chiamata di Mihajlović): tentazioni vere, risposta sempre uguale. “La mia scelta è sempre stata Roma o Roma. Non è retorica: è identità.

Il legame che non si batte

I record possono cambiare proprietario: “Qualcuno potrà battere quelli in campo, ma superare il mio affetto e il legame con la gente è impossibile. Non sono mai stato più grande della Roma: ci siamo portati in alto a vicenda”. È qui che si spiega tutto: la carriera come patto reciproco, Roma come destino.