Mondiale 2026, tutte le strade dell’Italia: la via impossibile e quella concreta

Dopo il 3–0 all’Israele (gol anche del giallorosso Mancini), ecco scenari, combinazioni e playoff: cosa deve succedere davvero.

Jacopo Mandò -
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Mancini gol con l'Italia
Gianluca Mancini esulta in maglia azzurra dopo il 3–0 all’Israele: per il difensore della Roma è il primo gol in Nazionale – Romaforever.it

Una notte finalmente semplice: Italia–Israele 3–0, doppio Retegui e prima gioia in Azzurro per Gianluca Mancini, che coronano una sosta chiusa col sorriso. Ma il tema vero è uno: come si va al Mondiale 2026? Tra aritmetiche quasi fantascientifiche e un percorso playoff molto più terra-terra, mettiamo ordine—senza giri di parole.

Qualificazione diretta: il sentiero stretto 

Sulla carta, l’Italia può ancora prendersi il primo posto. Nella pratica, servirebbe un capovolgimento improbabile: la Norvegia ha “il coltello dalla parte del manico”. Se i nordici battessero l’Estonia in casa nella prossima sosta, gli Azzurri dovrebbero comunque fare bottino pieno (Moldavia + scontro diretto) e sperare in una rimonta mostruosa nella differenza reti (oggi il saldo italiano è attorno a +10, quello norvegese abita un’altra quota). Tradotto: servirebbero score da videogame. C’è un’unica scappatoia realistica: Estonia che ferma la Norvegia. Allora, vincendo le due gare restanti, l’Italia scavalcherebbe. Possibile? . Probabile? Meno.

La via dei Playoff: l’opzione più realistica

È lo scenario più concreto. L’Italia arriverebbe ai playoff da prima fascia (per ranking FIFA), giocando la semifinale in casa contro una delle “ripescate” dalla Nations League: al momento, profili del tipo Galles, Romania, Svezia, Irlanda del Nord (quadro in evoluzione fino all’ultima sosta). In caso di vittoria, ci sarebbe una finale secca contro una squadra di seconda/terza fascia (esempi in orbita: Slovacchia, Scozia, Ungheria, Repubblica Ceca; outsider come Albania, Macedonia del Nord, Bosnia, Kosovo). Attenzione: la finale non è garantita in casa—sede decisa da sorteggio. Serve lucidità: due partite “dentro o fuori”, ma con l’inerzia giusta (e un Mancini così in fiducia) si può.

Il fattore forma

Contro Israele, l’Italia ha mostrato solidità e—finalmente—cinismo. Retegui in modalità terminale d’area, Mancini puntuale e coraggioso (il suo primo gol in Nazionale pesa anche sul piano psicologico). La chiave ora è una: replicare identità e intensità nelle prossime due finestre. La strada “miracolosa” alla vetta è stretta; quella dei playoff è larga abbastanza, purché ci si arrivi con ordine, salute e idee chiare.