C’è una Roma che non urla ma pesa. Andrea Marinozzi la guarda da distanza ravvicinata e sceglie una parola sola: equilibrio. È la cifra estetica e mentale con cui Gasperini ha cucito la sua squadra: linee strette, pochi fronzoli, tanta attenzione dei quinti su due fasi, pressing corto e continuo. Si concede poco, si soffre il giusto, si riparte quando il campo si apre. E in mezzo al racconto, due nomi-lanterna: Mile Svilar, oggi uomo-cerniera di un sistema che regge, e Gianluca Mancini, il “Caldara” della vecchia Atalanta trasportato sul Tevere.
Il baricentro di Gasperini
Marinozzi, sul proprio canale YouTube, individua la struttura: blocchi compatti, quinti coinvolti, riaggressione immediata. L’idea è semplice e moderna: alzare il duello e togliere ossigeno alla prima costruzione avversaria. Da qui nasce una Roma che concede poco per scelta: il pressing indirizza, la linea difensiva accorcia, il centrocampo porta sempre un uomo in più sulla palla. Il limite? La mole di occasioni create: la Roma costruisce più volentieri in ripartenza che a manovra posizionale. Quando non c’è profondità, qualche giocata resta strozzata.
I due fari: Svilar e Mancini
In questo quadro, Svilar è più di un portiere: è il metronomo emotivo. Blocchi sicuri, uscite che spengono l’ansia, piedi abbastanza puliti per non regalare transizioni. Davanti a lui, Mancini interpreta il ruolo alla “Caldara”: aggressivo sulla prima palla, guida la linea, detta i tempi dell’anticipo e del salire. È la cerniera che tiene alta la squadra quando c’è da mordere e la tiene bassa quando servono dieci minuti di trincea. Roma corta, equilibrata appunto: qui c’è la differenza fra sopravvivere e vincere di misura
🎥 Il video – guarda l’analisi di Andrea Marinozzi:
La Roma di Gasp!! ⚽https://t.co/n6DE49Vesi
— Andrea Marinozzi (@AndreaM_86) October 9, 2025