“Potevo andare alla Roma”: Ibra racconta il bivio giallorosso 

Zlatan riapre una sliding door del 2006: quel “quasi” giallorosso e l’arrivo (poi) di Mido.

Jacopo Mandò -
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Ibrahimovic
Zlatan Ibrahimović alla riunione ECA insieme ai Friedkin: lo svedese evoca il “quasi” trasferimento alla Roma del 2006 – Romaforever.it

Un passaggio mai fatto, un rimpianto che ritorna

Quasi vent’anni dopo, Zlatan Ibrahimović riaccende un vecchio brivido da romanisti. A margine dell’assemblea EFC, lo svedese—oggi senior advisor del Milan, in sala insieme ai Friedkin—ha lasciato cadere un indizio: «C’è stato un momento nel quale potevo andare in una squadra italiana, ma non la citerò…». In tanti hanno collegato il riferimento alla Roma del 2006, quando i giallorossi sfiorarono il colpo prima che Ibra finisse all’Inter. Da Trigoria, quell’estate, arrivò invece Mido.. Storie diverse, destini lontani: la narrazione di una “quasi” trattativa che oggi torna a galla e punge il cuore, perché immaginare quell’attacco con Totti e Ibrahimović non è semplice esercizio di fantasia, è un’ipotesi che avrebbe potuto cambiare gerarchie e ricordi.

Cosa sarebbe stata la Roma con Zlatan

Oltre 500 gol in carriera, campionati vinti ovunque, una personalità che sposta l’asse emotivo di uno spogliatoio. Ibrahimović non ha bisogno di presentazioni, preferisce i manifesti: «Non è Zlatan che non ha la Champions, è la Champions che non ha Zlatan». L’idea di un innesto così nel 2006—una Roma già brillante, verticale, costruita per fraseggio e improvvise accelerazioni—significava aggiungere fisicità, gioco spalle alla porta, colpi di genio e una feroce attitudine a dominare l’area. Chissà come sarebbe maturata la squadra tra coppe e scudetto, con un riferimento tecnico e carismatico di quel calibro accanto ai senatori. Alla fine andò diversamente, e il rimpianto resta una madeleine: piccolo, potente, capace di riportare tutti a quell’estate. Oggi Ibra sorride e scherza, ma quel quasi dice che la storia—qualche volta—passa a un passo dal diventare leggenda.