La parabola di Mile Svilar continua a salire, dentro il campo e fuori. Ospite a “L’Originale” su Sky Sport, il portiere della Roma ha raccontato una squadra che si sta ricostruendo nella testa prima ancora che nelle giocate. «Gasperini sta portando una mentalità vincente», ha spiegato con semplicità e convinzione, sottolineando sessioni che sembrano partite e uno standard che non ammette cali. Non è un dettaglio, è la cornice: lo si nota nella pulizia delle uscite, nella gestione dei momenti caldi, nell’abitudine a soffrire insieme. Parole brevi, nette, che restituiscono il clima di Trigoria e la cifra del tecnico: intensità quotidiana per alzare l’asticella collettiva.
La mano del Gasp
Dietro ogni clean sheet e dietro ogni intervento decisivo c’è un metodo. Svilar lo descrive senza enfasi: allenamenti “come partite”, cura dei dettagli e richiesta costante di aggressività mentale. È il linguaggio di Gasperini, che ha sempre trasformato i portieri in centrali aggiunti dell’uscita bassa e prime sentinelle della riaggressione. La testimonianza di Svilar, più ancora delle statistiche, certifica che quel vocabolario è già entrato nel gruppo. «Andiamo avanti così», chiosa, quasi fosse un mantra.
L’abbraccio a Matic
Poi c’è l’uomo prima dell’atleta. A sorpresa, durante il programma, si materializza anche Nemanja Matic: amicizia vera, nata anni fa e rinsaldata a Roma. Svilar sorride ricordando un aneddoto d’infanzia («Ho dormito a casa sua… ma non c’era nulla da mangiare!»), salvo immediatamente tratteggiarne il profilo: consigli, esempio, gentilezza. «È una grande persona e un grande calciatore», dice con gratitudine. Non solo un ricordo: è la fotografia di uno spogliatoio che ha lasciato segni buoni, legami che restano e aiutano a crescere.