Emiliano Viviano ha riaperto un dossier che a Trigoria conoscono bene: Roberto De Zerbi, contattato in passato dalla Roma, avrebbe declinato “per scelta tecnica”, non vedendo le condizioni ideali per il suo calcio. Un retroscena che torna d’attualità mentre i giallorossi hanno imboccato la via di Gian Piero Gasperini: progetto chiaro, principi forti, identità da costruire nel tempo.
Il retroscena TVPlay
Secondo quanto rilanciato da più testate, l’ex portiere ha raccontato in diretta che «De Zerbi rifiutò la Roma quando non era nessuno, perché non c’erano i presupposti per lavorare in una certa maniera», aggiungendo che il bresciano, «come Conte, Gasperini, Guardiola e Luis Enrique, non ha problemi a dire no alle grandi se non vede il progetto giusto». Il passaggio conferma la fama del tecnico oggi all’Olympique Marsiglia, che nell’estate 2024 ha lasciato il Brighton di comune accordo prima di firmare per l’OM: una traiettoria coerente con il suo approccio “a progetto”, più che “a blasone”.
Roma, perché Gasp è la strada giusta
Al netto del “no” di De Zerbi, la Roma ha scelto un allenatore dalle idee altrettanto non negoziabili. Gian Piero Gasperini è stato presentato ufficialmente dal club nel 2025 e sta provando a innestare i suoi principi: aggressività, coraggio in avanti, lavoro di reparto sugli esterni e crescita individuale dentro un disegno collettivo. È la stessa rigidità “virtuosa” che Viviano attribuisce a De Zerbi: o c’è il contesto, o non si parte. La differenza, per Trigoria, è che con Gasp il contesto c’è già: una società che lo ha voluto, una rosa costruita per interpretare il suo calcio e un orizzonte di medio periodo su cui misurare la trasformazione. In questo quadro, il rifiuto passato di De Zerbi racconta più di lui che della Roma; la scelta Gasperini dice invece tutto dell’ambizione giallorossa di passare dai proclami al metodo.