Roma, Ferguson e Dovbyk: e se giocassero insieme? L’idea “pesante” che stuzzica Gasperini

Non solo ballottaggio: dal 3-4-2-1 al 3-4-1-2 “elastico”, perché la coppia può coesistere e cambiare volto alla Roma.

Jacopo Mandò -
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Ferguson o Dovbyk?
Ferguson e Dovbyk in partita: l’ipotesi doppia punta di Gasperini per la Roma nel 3-4-1-2 – Romaforever.it

Il dubbio è quotidiano: Ferguson o Dovbyk. Ma la domanda più interessante è un’altra — perché non Ferguson e Dovbyk? Gasperini, che in carriera ha alternato con disinvoltura 3-4-2-1 e 3-4-1-2, ha già fatto convivere due prime punte “vere”: pensate all’Atalanta 202223, quando Højlund attaccava la profondità e Zapata faceva a sportellate e sponde. La Roma oggi ha gli interpreti per riprodurre quel copione, adattandolo al contesto giallorosso.

Due punte, un copione: profondità e sponde

Immaginate 3-4-1-2 in possesso, con il sistema che in non possesso rientra nel consueto 3-4-2-1. Dovbyk torna a fare ciò che gli riesce naturale: correre alle spalle, puntare il primo palo, attaccare i corridoi laterali da centravanti verticale e letale sul primo controllo. Ferguson, più tecnico nello scarico spalle alla porta, diventa il fulcro per “pulire” i palloni sporchi, legare il gioco e aprire sul lato forte per l’esterno (Rensch/Wesley a destra, Tsimikas/Angeliño a sinistra) che arriva in corsa al cross. Sulla trequarti, il “10” — Dybala quando tornerà, oppure Soulé o Pellegrini — gioca tra le linee, scegliendo se cucire dentro o occupare il mezzo spazio di rifinitura.

Bonus: sui piazzati offensivi la presenza simultanea di Ferguson e Dovbyk alza il coefficiente di pericolosità e costringe l’avversario a togliere un uomo alla transizione.

Gli equilibri: cosa serve per reggere la doppia torre

Con due attaccanti “pieni”, la squadra deve accorciare dietro la palla. Serve un doppio mediano disciplinato: Cristante in regia difensiva, Koné da “trave” di pressione e recupero, con letture pronte sulla seconda palla. Gli esterni sono la chiave: spinta sì, ma scaglionata — uno va, l’altro copre — per evitare di allungare troppo il campo. La Roma può scegliere quando accendere il 3-4-1-2: contro blocchi bassi che soffrono i cross e l’urto in area; nelle fasi finali per aumentare presenza in zona gol; o in gare in cui l’avversario concede campo dietro i centrali. Non è una rivoluzione, è un interruttore tattico già visto nel passato del Gasp: oggi, a Trigoria, è una carta reale da tenere nel mazzo.