Mancini su Dovbyk: “Periodo buio, vi dico può aiutarlo ad uscirne”

Sicuramente l’attaccante ucraino non sta vivendo un periodo spensierato sia dal punto di vista personale e calcistico ma c’è qualcuno che potrebbe aiutarlo.

Melissa Landolina -
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Dovbyk: buona prestazione e soprattutto il primo gol stagionale contro il Verona – (Romaforever.it)

Amantino Mancini torna a parlare della Roma, di mentalità, di identità, e soprattutto del lavoro che serve per costruire qualcosa di duraturo.

Lui ci crede, e lo dice senza giri di parole. “Questa Roma mi piace”, afferma con fermezza, facendo riferimento alla mano già visibile di Gian Piero Gasperini, arrivato per cambiare volto e anima a un gruppo che ha fame. Cinque giornate e quattro vittorie, nonostante l’ultimo scivolone in Europa. L’importante è restare lucidi, continuare a crescere e non perdere la fiducia.

Nella rosa attuale, Mancini individua elementi dal potenziale enorme. “Soulé ha qualità e personalità, Ferguson è solido, Wesley deve ancora capire il calcio italiano ma ha tutto per riuscirci”. D’altronde, lui sa bene cosa significhi adattarsi. “Quando arrivai in Italia faticai molto, soprattutto dal punto di vista tattico”, ammette. “Ma con il tempo, e con un allenatore come Spalletti, ho imparato a leggere meglio il gioco”.

Non è mancato un passaggio su uno dei momenti più difficili per i giallorossi negli ultimi giorni: i rigori sbagliati da Dovbyk. Per Mancini, serve carattere, freddezza, consapevolezza: “Deve avere una mentalità forte, personalità. Lui è giovane, forse un po’ soffrirà questo periodo ma lui deve essere forte. Deve capire in che squadra e in che città gioca. Lui deve risolvere questa situazione. Ovviamente parlerà con Gasperini, il suo staff ma anche con giocatori come Mancini, Cristante e Pellegrini, che lo possono aiutare ad uscire da questo periodo buio”. 

E poi c’è la partita al “Franchi”. L’ex brasiliano la considera dura, ma alla portata di una Roma con la giusta intensità. “Portare via almeno un punto sarebbe importante. Ma l’obiettivo deve essere vincere”, sottolinea.

E quando gli chiedono del passato, non può non tornare lì, a quel 9 novembre 2003, al gol di tacco nel derby. Un gesto istintivo, nato da una punizione non perfetta di Cassano. “Non era uno schema. Era l’unica cosa che potevo fare in quel momento”, racconta con un sorriso. “E tre mesi dopo, in allenamento, lo rifeci identico”. Ma Amantino è rimasto in contatto con i suoi ex compagni di squadra alla Roma? “I brasiliani li sento sempre e poi ogni tanto mi scrivo con De Rossi su Instagram”.

Per chiudere, uno sguardo al futuro. “La Roma può arrivare in Champions. In Coppa Italia può andare lontano. In Europa League sarà più dura, ma con continuità tutto è possibile”. E detto da uno che sa cosa vuol dire lasciare un segno a Roma, vale più di mille pronostici.