La Roma ritrova il suo faro. Paulo Dybala è tornato a respirare il campo con il gruppo, seppur a fasi controllate, e ha rimesso il naso sulla rotta che porta a Fiorentina–Roma. Non è una corsa contro il tempo: è una marcia pensata, con la prudenza di chi sa che la stagione è lunga e la Joya serve intera. Per Gasperini è il segnale giusto nel momento giusto.
Ruolo da “spacca-partita”
La lesione di basso grado alla coscia sinistra (Torino) è alle spalle quanto basta per rivedere Dybala in rifinitura e—salvo imprevisti—in lista per il Franchi. L’ipotesi più logica è la panchina con possibilità di ingresso se la gara lo richiede: 20-30 minuti “dentro” quando gli spazi si allargano e la qualità pesa doppio. È la dimensione perfetta per rimettere benzina senza sfidare la sorte muscolare. La Roma lo conosce: quando l’argentino tocca palla negli ultimi trenta metri, cambia la mappa mentale della partita—per chi attacca e per chi difende.
L’obiettivo vero: tornare titolare dopo la sosta
Il calendario aiuta. La sosta offre il corridoio ideale per completare il lavoro specifico: forza, elasticità, ritmi gara, senza le forzature che in passato hanno presentato conti salati. Il rientro dal primo minuto è una pista concreta dopo la sosta (big match con l’Inter all’orizzonte), quando Dybala potrà tornare a stabilizzare il sistema offensivo: rifinitura tra le linee, conduzione sul corto, palla inattiva che resta un’arma. Nel frattempo Gasperini ha trovato solidità e risultati; riavere la Joya anche solo per uno spezzone a Firenze vuol dire aggiungere il colpo in più—quello che trasforma un punto in tre oppure protegge un vantaggio.
La Roma non ha fretta, ma ha fretta buona: quella di chi vuole il suo 10 al meglio, non “solo” in campo.