Stadio Roma, perché è “fondamentale”: dall’intuizione di Viola al presente

Rosella Sensi: lo stadio di proprietà non è più un sogno, ma una necessità strategica per il club e per la Serie A.

Jacopo Mandò -
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Roma stadio nuovo
Area di Pietralata, futuro stadio della Roma: per Rosella Sensi l’impianto di proprietà è decisivo per la crescita giallorossa – Romaforever.it

Quando Rosella Sensi parla di stadio, non fa poesia: elenca priorità. «È importante per il calcio italiano, quindi anche per la Roma». Di più: fondamentale. Da Viola in avanti, tutti hanno intuito la leva competitiva di un impianto proprio. I Sensi ci andarono vicini: resta la memoria di un’epoca in cui l’idea era chiara ma i tempi non ancora maturi. Oggi, tra norme, piani e contenziosi, il traguardo è insieme urbanistico e identitario.

Perché uno stadio cambia tutto

Matchday ampliato, hospitality, retail, eventi non match, naming rights: lo stadio è il motore che alimenta sostenibilità e ambizione. In Serie A, la distanza con chi ha impianti moderni si misura in ricavi ricorrenti e capacità d’investimento. Per la Roma significa liberarsi del vincolo Olimpico e costruire un “luogo” che faccia crescere il club 365 giorni l’anno, migliorando esperienza dei tifosi, servizi, accessibilità, rapporto con le famiglie.

Il “quasi” del passato e l’urgenza del presente

Rosella lo dice senza autocompiacimento: allora si sfiorò l’obiettivo, oggi è diventato imprescindibile. La città chiede tutele e sostenibilità; il club, tempi certi e procedure lineari. In mezzo ci sono ambiente, mobilità, verde, patrimonio: variabili da comporre, non da eludere. Ma il senso resta: per la Roma, lo stadio è la chiave per consolidare competitività tecnica, patrimoniale e sociale. Non un capriccio, una infrastruttura-futuro — da costruire bene, una volta per tutte.