Un anno a Trigoria può cambiare una carriera. Parola di Donny Huijsen, padre e agente di Dean—il centrale che a Roma ha assaggiato l’alta quota con José Mourinho—prima di spiccare il volo verso Premier e, oggi, Real Madrid. Nel racconto raccolto da Tuttosport e ripreso dai media italiani e spagnoli, c’è gratitudine per chi lo ha formato e amarezza per come è finita alla Juventus sotto la nuova gestione tecnica.
L’impronta di José
A Roma, spiega il padre, Dean ha “imparato molto” da Mourinho: non il solito slogan, ma un set di abitudini—uscita pulita, tempi dell’anticipo, freddezza sotto pressione—che hanno reso più maturo un diciannovenne già fisicamente pronto. Il passaggio giallorosso è raccontato come uno snodo: minutaggio vero, uno spogliatoio esigente, una piazza che ti misura ogni domenica. Una palestra caratteriale che, unita alla stagione inglese, ha acceso l’interesse del Real. In Spagna ricordano come il club lo seguisse da tempo (visite a Valdebebas incluse) e come l’esperienza con Mourinho sia stata “il cambio di passo”. Oggi, con lo staff guidato da Xabi Alonso, il percorso continua a Madrid.
Lo strappo bianconero e la scelta di andare
Nel racconto del padre c’è anche la ferita Juventus: l’addio comunicato con durezza nella fase di transizione tecnica (Motta in panchina, Giuntoli in regia) sarebbe stato “uno shock” per la famiglia, che pensava a un rientro stabile dopo la crescita a Roma. Da lì la decisione di non tornare indietro, capitalizzando le opportunità che arrivavano dall’estero e, poi, da Madrid. Un epilogo che spiega una cosa semplice: i giovani difensori non crescono in linea retta. Hanno bisogno di maestri, chilometri e scelte nette. Roma ha dato a Huijsen l’abito da grande; il resto lo sta cucendo il Real.