Dovbyk e Dezeko accomunati dallo stesso destino: l’episodio che gli ha salvato la vita

I due attaccanti della Serie A sono più simili di quanto possiamo immaginare perché hanno in comune il dramma della guerra vissuta.

Melissa Landolina -
Tempo di lettura: < 1 minuto
Edin Dzeko e Artem Dovbyk
Edin Dzeko e Artem Dovbyk (foto instagram)

Artem Dovbyk e Edin Džeko, due giocatori che hanno indossato la maglia della Roma seppure in periodi differenti e sono uniti da qualcosa di profondo: la guerra, la paura, la forza di andare avanti.

Il sorriso di Dovbyk è velato solo quando parla di calcio: simpatia, autoironia, e gioia di vivere ma solo se parliamo di sport. Basta un attimo per cambiare espressione. La voce si abbassa, gli occhi si fanno lucidi, e quella spensieratezza scompare. Parlare della guerra in Ucraina per lui è un dolore quotidiano, una ferita aperta che non si rimargina. I genitori sono ancora a Čerkasy, un giorno la nonna gli ha mostrato un video in cui un drone bombarda una casa a cento metri dalla sua. E ogni giorno comincia allo stesso modo: una telefonata, per sapere se sono ancora vivi.

Edin Džeko ha vissuto un’altra guerra, in un altro tempo, ma l’angoscia era la stessa, anzi lui l’ha vissuta in prima persona perché era ancora un bambino. La sua infanzia a Sarajevo era fatta di sirene, sangue e fughe notturne. Aveva solo sette anni quando un giorno la madre gli impedì di andare a giocare a calcio. Quel campo lo stesso giorno fu colpito da tre granate, e i suoi amici non tornarono mai a casa. Quel giorno cambiò tutto. Džeko ha sempre detto che da quel momento ha capito che la vita può finire in un istante.

Entrambi sono diventati attaccanti della Serie A, ma nel frattempo hanno dovuto imparare la crudezza della vita. A difendersi non solo dai difensori avversari, ma dalla paura, dall’assenza, dall’impotenza. Oggi, mentre uno gioca nella Roma e l’altro alla Roma ha lasciato un ricordo indelebile, le loro storie sembra abbiano percorso un binario simile.