|LIVE| Roma-Verona: la conferenza stampa di Gasperini

Il tecnico giallorosso parla della delicata sfida di domani contro l’Hellas di Paolo Zanetti

Jacopo Pagliara -
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Gian Piero Gasperini
Gian Piero Gasperini (RomaForever.it)

La Roma torna in campo dopo una settimana fantastica, segnata dalla vittoria nel derby e dal successo in Europa League contro il Nizza. Alla vigilia della sfida contro il Verona, in programma domani allo Stadio Olimpico alle ore 15:00, Gian Piero Gasperini interviene in conferenza stampa da Trigoria. L’allenatore giallorosso affronta i temi principali della partita: dalle possibili scelte di formazione alle condizioni degli indisponibili, fino alle aspettative per la quinta giornata di Serie A. Per la Roma un successo significherebbe continuare a lottare per le prime posizioni e dare ulteriore slancio a un inizio di stagione già positivo.

Le dichiarazioni di Gasperini

Terza partita in sette giorni. Ha in mente un po’ di turn-over?

“A parte Bailey e Dybala, non ci sono altre situazioni di difficoltà: sono tutti recuperati, tutti presenti. Io non sono mai per un turno, la rosa è molto ampia. Chi sta bene gioca, e soprattutto in questo periodo c’è bisogno di continuità e di fissare le situazioni di gioco sulle quali stiamo crescendo. La squadra si sta esprimendo meglio di partita in partita. Non è assolutamente un problema fisico, anche perché abbiamo giocato mercoledì e questa volta abbiamo un giorno in più per arrivare alla domenica. Quando stai bene puoi tranquillamente continuare a giocare, se sei affaticato magari no. Ci sono sempre cinque cambi, che sono importanti e garantiscono di avere una squadra competitiva e fresca. Qualche rotazione ci può essere, perché non è solo che giochiamo oggi, ma anche giovedì e poi di nuovo domenica. Quando si entra in due o tre settimane consecutive con impegni infrasettimanali, allora sì, possono esserci piccoli cambi, ma la mia intenzione non è mai stata di modificare molto la squadra. Alla fine anche con le sostituzioni ti puoi aiutare”.

4 vittorie in 5 partite, può essere considerata la sua miglior partenza in carriera? Se lo aspettava?

“Non lo so se sia la migliore, non guardo molto le statistiche. Ho giocato in tanti campionati, quindi ci sono state partenze buone e altre meno. Questa è una buona partenza sul piano dei risultati, indubbiamente, ma quello che mi preme di più all’inizio della stagione, per alcune giornate, è vedere la squadra crescere: ogni partita mettere qualcosa in più, avere qualche certezza in più, sia a livello di giocatori sia nelle loro prestazioni. Credo che prima di raccogliere bisogna seminare, e questo è ancora un momento di semina. Siamo chiaramente contenti dei risultati, perché ci aiutano, però non è il momento di guardare solo a questo. Bisogna guardare più avanti: riuscire a far crescere la squadra, a farla giocare meglio, a darle sempre più solidità e convinzione, e continuare a inserire giocatori affidabili”.

Come si può migliorare in fase offensiva?

“Gli inserimenti devono arrivare da tutti: non solo nelle conclusioni, ma anche nelle rifiniture e nella costruzione del gioco. Se hai una costruzione migliore riesci a produrre più situazioni pericolose. Il gol di Mancini dell’altra sera è stato molto importante ed efficace per come si è inserito, andando ad attaccare la porta in quel modo. Lo possiamo fare con più giocatori. È evidente che gli attaccanti hanno più occasioni perché sono più vicini alla porta, ma ci si può arrivare anche con altri. Rimango dell’idea che sia sempre l’efficacia dell’intera manovra offensiva a rendere gli attaccanti più prolifici”.

Ghilardi e Ziolkowski non hanno ancora visto il campo, come stanno? Soprattutto Ghilardi che è qui da due mesi

“Ghilardi e Ziolkowski stanno facendo bene, si allenano con impegno e arriverà anche il loro momento. Tra virgolette, la loro sfortuna – o fortuna per la Roma – è che davanti hanno quattro giocatori che stanno facendo qualcosa di notevole, e io guardo sempre alla squadra. In questo momento Celik, Angeliño, Ndicka e Mancini stanno dando un contributo molto efficace e importante per la Roma. Al di là delle situazioni individuali, ciò che conta di più è sempre l’aspetto collettivo”.

Dovbyk sta migliorando? Ferguson è ancora davanti a lui nelle gerarchie?

“Non c’è un giocatore davanti all’altro, se la giocano sempre a seconda dei periodi, dei momenti e delle partite che affrontiamo. Dovbyk mi sembra in crescita sul piano atletico, sicuramente molto più rispetto all’inizio della stagione, quando abbiamo iniziato il ritiro. La sua crescita passa da questo: deve essere in grande condizione fisica e atletica per poter mascherare alcune difficoltà tecniche che ha in questo momento. Se raggiunge una condizione ottimale, riesce anche a migliorare sul piano tecnico”.

Dalla fase difensiva sembra ancora una Roma molto simile a quella di Ranieri…
“Su questo potete giudicare meglio voi, che avete visto entrambe le situazioni. Io conosco la mia e quindi posso parlare solo di queste partite, non posso fare paragoni. Rimane il fatto che dietro, da Svilar a Ndicka, ci sono 7, 8, 9, 10 giocatori molto affidabili e sempre presenti. Sempre forti, sempre competitivi, e per me rappresentano indubbiamente, in questo momento, il nucleo importante di questa squadra. Riusciamo a inserire anche Pellegrini, Ranieri, Tsimikas e altri, ma oggi il nucleo centrale della Roma è questo: quello davvero affidabile, efficace e sempre pronto. È il gruppo che c’è sempre, che garantisce risultati non solo quando bisogna fare gol, come è successo l’altra sera con Ndicka e Mancini, ma soprattutto quando bisogna difenderli e portare a casa la vittoria. Come è accaduto negli ultimi dieci minuti con la Lazio, per esempio”.
Quali sono le gerarchie sulla trequarti sinistra, in attesa di Bailey?

“Io a Bailey non ci sto pensando: è un giocatore fermo da un po’, dobbiamo andare avanti forte con tutto quello che abbiamo. El Shaarawy è stato il più giovane ad esordire con il Genoa, da lui voglio vedere ancora certe iniziative. Pellegrini ha dato la risposta più di tutti: nel derby è stato fondamentale. El Aynaoui, invece, può fare tutti i ruoli del centrocampo”.

Lei aveva detto che Pellegrini era un giocatore da recuperare, ma anche la società doveva avere lo stesso obiettivo altrimenti avrebbe fatto giocare un altro giocatore.

“La società è contenta quando i giocatori fanno bene. Lui ha dato la risposta più importante che è quella sul campo, ma se pensiamo che il problema di Pellegrini è risolto sbagliamo. Deve fare il suo percorso, deve ritrovare forza, continuità e carattere, in modo da entrare in quegli 8/9 titolari  che sono il gruppo forte della rosa”.