
L’Europa non perdona chi si accontenta. Per la Roma, il viaggio europeo 2025/26 inizia con un bagaglio pesante di ricordi, rimpianti e sogni da rivivere. In molti ricordano la finale del 2023 alla Puskás Aréna, contro il Siviglia: uno di quei momenti che resta strozzato in gola ai romanisti. La Roma pareggiò 1-1, poi perse ai rigori. Quella finale era la tappa estrema di un percorso che sembrava poter portare un trofeo europeo tanto cercato, ma che alla fine sfuggì di mano. E oggi, quel cammino ricomincia — col cuore, con la ferita ancora al fianco, con una voglia che va oltre le apparenze.
Un torneo che è rinascita
Stasera la Roma tornerà in campo per l’Europa League, aprendo il proprio calendario con la trasferta contro il Nizza (ore 21:00) sullo scenario dell’Allianz Riviera. È un debutto che porta con sé attese, ma anche responsabilità. Il calendario comincia a prendere forma: seguiranno match casalingo contro Lille, altre trasferte e serate in cui il palcoscenico continentale non ammette distrazioni. La Roma sa di avere squadre difficili davanti, ostacoli da superare, ma anche opportunità per mostrare che non è la stessa di due anni fa, quella che si arrese ai rigori.
Un nuovo corso, la stessa fame
Dal 2023 a oggi la panchina giallorossa ha conosciuto transizioni importanti: il ciclo di Mourinho, il breve ma intenso passaggio di De Rossi, il ritorno a casa di Ranieri fino all’approdo di Gasperini. Quattro volti diversi, quattro modi di intendere calcio e identità. Eppure la fame europea è rimasta immutata. Gasperini porta ora la sua idea di gioco aggressiva e totale, innestandola in una squadra che ha fatto del carattere la sua arma. In questo senso, il gol di Pellegrini nel derby rappresenta un segnale: la Roma vuole rialzarsi, vuole rinascere, vuole trasformarsi in una big europea. Da Budapest a Nizza, passando per mille prove, l’Europa League resta il luogo dove scrivere il prossimo capitolo.