Ottavio Bianchi: “Gasperini lascerà il segno alla Roma. Il derby è imparagonabile agli altri”

L’ex allenatore giallorosso riflette su cosa significa per la Capitale affrontare la Lazio, sul nuovo corso Roma con Gasperini, e sul peso della pressione.

Jacopo Mandò -
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Ottavio Bianchi intervista derby
Ottavio Bianchi, ex allenatore della Roma, parla del nuovo Gasperini e del derby: “Roma è diversa, il derby è una rivalità unica” – Romaforever.it

Nel silenzio che precede il fragore del derby, parole che squarciano l’attesa arrivano da una voce storica: Ottavio Bianchi ha parlato al Corriere della Sera, descrivendo il momento della Roma con la lucidità di chi conosce il club, la città e la rivalità come pochi altri. Parole che pesano come pietre d’esperienza: su Gasperini, sul derby, su cosa significhi allenare nella Capitale.

Il segno di Gasperini

Bianchi non ha dubbi: Gian Piero Gasperini può fare la differenza. E lo afferma con convinzione, non come speranza, ma come certezza. “Sono certo che lascerà il segno, anche se Roma è diversa da Bergamo“, dice, riconoscendo al tecnico la stoffa del grande allenatore. Il suo stile, la sua passione, il peso della pressione in campo e fuori vengono percepiti come elementi che Gasperini ha saputo già intercettare. Nella Roma che torna a essere protagonista, la figura dell’allenatore di grande esperienza gioca un ruolo centrale: non solo per il lavoro tattico, ma per la capacità di tenere salda la rotta in mezzi a critiche e aspettative enormi.

Il derby: rivalità, attesa, rischio

Per Bianchi il derby non è una gara come le altre. È un momento che vive di risonanze, quelle che restano nei corridoi, negli odori dello spogliatoio, nei cori, nell’aria della città. “Il derby della Capitale è imparagonabile agli altri”, afferma, ricordando che quando era in panchina già sentiva la tela sospesa dell’attesa. Sa che la pressione può essere un veleno o una linfa. Roma, dice, è una piazza che esalta dopo una vittoria e critica con veemenza dopo una sconfitta: serve equilibrio, serve fiuto. È una partita che si gioca anche in testa, prima che sui piedi, e chi la prepara non può ignorare il peso delle emozioni, della storia, del contesto. E in tutto questo, Bianchi vede Gasperini come uomo che potrà gestire queste sfumature.