
Arrigo Sacchi non ha dubbi: Gian Piero Gasperini rappresenta una delle figure più innovative del calcio italiano. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex CT della Nazionale ha parlato del suo amico e collega, soffermandosi sul lavoro che lo aspetta a Roma, in un ambiente tanto appassionato quanto complesso.
L’ammirazione per il Gasp
“Quello che ha fatto all’Atalanta è sotto gli occhi di tutti”, spiega Sacchi, sottolineando come solo Gasperini avrebbe potuto trasformare una squadra di provincia in protagonista in Europa. Il suo calcio aggressivo, fatto di pressing ultra-offensivo e marcature a uomo, ha lasciato un segno indelebile. Alla Roma, dice l’ex tecnico del Milan, la sfida sarà differente: non soltanto riprodurre il suo modello tattico, ma riuscire a gestire le pressioni di una piazza che alterna facilmente entusiasmo e depressione.
La ricetta per la Roma
Se fosse lui in panchina, Sacchi non cambierebbe la filosofia del Gasp: “Marcature uomo su uomo, palloni in verticale alle spalle dei difensori laziali e tanto pressing”. Ma l’allenatore emiliano avverte: servirà equilibrio, perché Roma è una città che vive di eccessi, e solo la stabilità mentale può permettere a un progetto tecnico di durare. Gasperini, secondo Sacchi, ne ha a sufficienza per lasciare un’impronta anche in giallorosso.