
Il mito di Francesco Totti è intramontabile e ancora oggi il suo nome riecheggia in ogni angolo di mondo, lì dove la passione per il calcio è forte e il culto per il pallone è uno stile di vita. Nel corso degli anni, grazie all’indole, all’attaccamento alla maglia, nonché alla classe cristallina, Totti è sempre stato un punto di riferimento per tutti i ragazzini che giocano a calcio.
Il Totti d’Africa, inseguendo le orme del Capitano giallorosso
Francesco Totti è sempre stato un mito anche per Erick Oduor, un esempio da seguire, un mentore. Nato e cresciuto a Nairobi, in Africa, Erick è soprannominato il Totti d’Africa, per il suo stile di gioco, che ricorda il leggendario capitano della Roma, ma anche perché, nella baraccopoli dove vive, una delle più grandi al mondo, sfoggia orgoglioso le maglie di Totti, mostrandole alle telecamere della Rai, in un servizio andato in onda qualche tempo fa.
Il calcio, strumento di rivalsa sociale
A Kibera, la principale baraccopoli di Nairobi, capitale del Kenya, Erick Oduor sin da piccolo ha adottato il nome Totti e ora, sempre in suo onore, è diventato un riferimento per tanti bambini sfortunati. Nel centro sportivo dove lavora, Erick aiuta i ragazzi a sottrarsi a una vita di crimini, di droghe e di schiavitù. Il calcio, per questi ragazzi, è un simbolo di speranza, un modo per dimenticare l’estrema povertà.
Il sogno di conoscere l’ex capitano della Roma
Grande tifoso di Francesco Totti, Oduor insegue il sogno di conoscerlo dal vivo, magari di ospitarlo a Kibera, per fargli conoscere i bambini che allena. Quando il calcio diventa strumento di cambiamento sociale. Il Totti d’Africa, che ha perso tanti amici, uccisi da gang criminali o morti di overdose, ha una missione: trasformare il calcio in speranza.
Chissà se il Pupone, che è sempre stato un esempio, realizzerà, prima o poi, il sogno di Erick. Nel frattempo, a poche ore da Roma – Torino, Evan Ferguson insegue un traguardo personale importante, a 30 anni di distanza da Totti.