Roma–Foggia 1990, 35 anni da quel destro inimitabile: quando Völler inaugurò l’autunno capitolino

Mercoledì 5 settembre 1990: Rudi Völler segna con un destro potente l’unico gol della gara contro il Foggia. Roma, poi, si prese la Coppa Italia. È l’inizio di una stagione leggendaria.

Jacopo Mandò -
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Voller in Roma-Foggia
Rudi Völler con la maglia della Roma: il suo gol contro il Foggia in Coppa Italia il 5 settembre 1990 resta un simbolo della storia giallorossa – Romaforever.it

Esattamente trentacinque anni fa, il 5 settembre 1990, l’Olimpico fu teatro di un frammento destinato a restare nell’eterno romanismo: Roma–Foggia 1‑0, sedicesimi di finale della Coppa Italia, decisi dalla zampata del “Tedesco volante”. Una partita specchio della tenacia e dell’identità di una squadra che stava costruendo una propria leggenda, stagione dopo stagione.

La firma del tedesco volante

Il gol arriva al 9’: un cross morbido, Völler stacca alla perfezione e insacca di destro con classe. Quel colpo non era solo l’apertura del match, ma l’incipit di una cavalcata. Völler, arrivato a Roma nel 1987, era già il simbolo del club: veloce, ambidestro, geniale nei movimenti — un numero 9 che regalava equilibrio tattico e spettacolo in egual misura. In quella stagione divenne capocannoniere sia della Coppa Italia che della Coppa UEFA, e fu uno dei protagonisti nella vittoria finale del trofeo nazionale.

Dietro la curva e oltre il risultato

Con Ottavio Bianchi in panchina, la Roma non brillava in campionato — chiuse solo al 9° posto — ma in Coppa Italia trovò la propria dimensione: ritmo, sacrificio, leadership. Allenatore e giocatori parevano consapevoli di giocare con una spinta ulteriore, quella dell’anima. Völler, in particolare, ne fu sia interprete che simbolo.

Un gol che diventò storia

Quella sera del 1990 non fu solo un arbitraggio estivo o un appuntamento modesto: fu la prima pagina di un copione che, pochi mesi dopo, avrebbe condotto Roma alla vittoria finale in Coppa Italia e alla finale di Coppa UEFA. Trentacinque anni dopo, quel gol rimane un tassello che racconta un’identità unica, in cui cuore, tecnica e destino si fondevano sul prato dell’Olimpico.