
E’ un’immagine davvero negativa quella che viene fuori dalle parole riportate stamani da Repubblica e attribuite alla Presidenza del Chelsea su Jadon Sancho, squadra in cui l’esterno ha giocato nell’ultima stagione. Che ci siano state anche “ragioni comportamentali” dietro la scelta di Massara di non affondare il colpo è evidente, al netto della volontà del giocatore che non è mai stata quella di venire alla Roma. Oggi però emergono nuovi particolari sconcertanti che gettano altre ombre sulla condotta dell’ala inglese dentro e fuori dal campo: allenamenti saltati, notti insonni passate a chattare con la fidanzata (e conseguenti mattinate passate a letto a dormire), continui viaggi a Los Angeles. Insomma, tutt’altro che un modello da seguire.
Le nuove rivelazioni su Sancho
Se qualcuno allora aveva dubbi sul carattere dell’attaccante, beh, alla luce di queste rivelazioni non può che averne trovato ulteriori conferme. Ma c’è di più. Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano romano, ci sarebbe stata proprio la scarsa professionalità dell’attaccante alla base del mancato riscatto del giocatore da parte del Chelsea.
“Avevamo un accordo per riscattare Sancho, ma il giocatore nell’ultima stagione non si è presentato a diversi allenamenti“, la frase attribuita ai vertici dei blues. La mano ci va giù pesante: “Una volta non era neppure allo stadio per la partita“. Si arriva così al rapporto con la compagna Saweetie per la quale si diceva che il giocatore fosse pronto a lasciare addirittura il calcio giocato. “Passa la notte a chattare con lei, poi il giorno dorme. E come ha due giorni di riposo va a Los Angeles dalla sua amata“.
La penale
Per questo il Chelsea, come detto, avrebbe deciso di rinunciare al riscatto del giocatore – che pure non aveva fatto male nell’ultimo anno – al punto da versare nelle casse dello United la penale prevista in questi casi. Il resto è storia nota: il giocatore ha deciso di accettare l’ultimo giorno di mercato l’offerta dell’Aston Villa, rinunciando così definitivamente alla possibilità di vestire la maglia giallorossa. Ma il sospetto che, forse, alla fine sia sta meglio così, al momento non può togliercelo nessuno.