
Era la prima ufficiale di Gian Piero Gasperini sulla panchina della Roma, la 600ª in carriera in Serie A. E a prendersi la scena, oltre al successo di misura sui rossoblù, è stato Manu Koné. Una prestazione totale, che ha fatto risuonare nell’Olimpico un nome già caro al Gasp: quello di Ederson, il centrocampista che aveva plasmato e reso imprescindibile nella sua Atalanta.
Una partita da leader
Koné ha interpretato la sfida con intensità e lucidità, dimostrando di essere già al centro del progetto tattico. Aggressivo nei contrasti, ordinato in fase di costruzione, ha spesso spezzato la pressione del Bologna con giocate semplici e pulite. L’unica macchia di una serata sontuosa è stata l’occasione fallita per il possibile 2-0 davanti a Skorupski: un errore che resta però facilmente perdonabile, alla luce di tutto ciò che ha offerto al gioco giallorosso. La sua presenza ha dato equilibrio a Cristante, permettendo alla Roma di difendersi compatta e ripartire con efficacia.
L’eredità di Ederson
Le analogie con il brasiliano non sono forzate: Koné ha la stessa capacità di unire corsa, inserimenti e qualità negli ultimi metri. Gasperini lo ha voluto con insistenza proprio per replicare quella funzione chiave del suo sistema, e la prima uscita ufficiale ha confermato le intuizioni. Il francese ha dominato la mediana con maturità, mostrando un bagaglio tecnico e atletico che può diventare il marchio della nuova Roma.
Se il buongiorno si vede dal mattino, Gasperini ha già trovato il suo nuovo faro a centrocampo.