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Stadio della Roma, non s’ha da fare? Emergono nuovi ostacoli: “procedimento a rischio”

Continuano i dibattiti sempre più accesi per il futuro stadio della Roma: la situazione attuale

Negli ultimi giorni, le parole del comitato Pro Stadio hanno riportato l’attenzione su un tema che da anni infiamma il dibattito: “Stiamo assistendo all’ennesimo teatrino di chi, da anni, si oppone a tutto pur di lasciare Roma nel degrado. Prima erano le rane di Tor di Valle, poi i reperti archeologici, ora i pipistrelli di Pietralata. Ogni volta cambia la scusa, ma resta la stessa ossessione: fermare il cambiamento”.

Una dichiarazione, quella di Andrea de Angelis cronista di Radio Romanista nella trasmissione Secondo Tempo, che non lascia spazio a interpretazioni e che mette al centro un contrasto sempre più acceso. Da una parte un forte vento politico che spinge per la realizzazione del nuovo stadio, dall’altra le legittime preoccupazioni di cittadini e residenti della zona di Pietralata, che vedono minacciati i loro spazi e le loro abitudini. Una situazione che si complica ulteriormente quando alcune forze politiche, inizialmente minoritarie, iniziano a farsi sentire con maggiore forza, rischiando di cambiare gli equilibri proprio in vista delle prossime elezioni.

Il TAR e le possibili conseguenze sul progetto

Non è facile prevedere cosa potrà accadere nelle prossime ore, ma intanto gli occhi sono puntati sul TAR, chiamato a esprimersi su un ricorso che potrebbe influire sui tempi del progetto. Le possibilità più concrete, al momento, sembrano due: il rigetto del ricorso o la richiesta di ulteriori approfondimenti, visto che si tratta di uno studio ancora preliminare. Potrebbe esserci un rinvio, e resta da capire se accompagnato da una sospensiva cautelare o meno.

L’attenzione si concentra ora su un dettaglio che appare piccolo, ma che potrebbe diventare un ostacolo significativo: la questione dei 26 alberi da abbattere, uno dei punti principali del ricorso. Se il tribunale dovesse stabilire che quegli alberi non possano essere toccati, si aprirebbe la strada a un appello sulla decisione, con il rischio concreto di ulteriori ritardi.

Non è la prima volta che un progetto di questa portata incontra ostacoli, né Roma è nuova a scontri di questo tipo. Ciò che colpisce è la lentezza con cui la giustizia italiana affronta queste situazioni. In molti paesi, simili ricorsi vengono esaminati e risolti in tempi rapidi, ma qui la macchina sembra muoversi con un ritmo diverso, capace di trasformare ogni passaggio in un percorso a ostacoli.

Melissa Landolina
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Melissa Landolina