I Friedkin - (Romaforever.it)
Ci siamo. La fatidica data del 30 giugno è arrivata: stasera, passata la mezzanotte, in casa giallorossa sarà tempo di conti. La Roma sarà riuscita a rimanere nei paletti stabiliti dalla UEFA? La sensazione è che, anche qualora il club non dovesse farcela, lo sforamento non dovrebbe essere eccessivo. Tradotto: la società potrebbe cavarsela, si fa per dire, con una nuova multa.
E’ chiaro però che fino all’ultimo si proverà ad evitare tale scenario. Le strade che stanno percorrendo Massara e Ranieri sono molteplici: la principale ovviamente è quella del mercato – diversi i giocatori in uscita, tra cui Abraham – ma non si escludono anche altre strade alternative, come quella che vi abbiamo profilato in questo articolo.
Insomma, la strategia è stata tracciata e si spera in queste ore di raccogliere il frutto del lavoro fatto in queste settimane. C’è poi un altro capitolo dal quale si attendono novità: vediamo di cosa si tratta.
Il Corriere dello Sport stamani analizza a 360° l’attuale situazione economico-finanziaria della Roma. Prendendo in esame tutte le ipotesi che, come detto, porterebbero il club a raggiungere gli obiettivi prefissati in materia di Fair Play Finanziario. Tra questi, dicevamo, c’è anche una vecchia questione che si trascina ormai da mesi. Il cui esito, se positivo, potrebbe imprimere una svolta al bilancio dei Freidkin.
Stiamo parlando della famosa vicenda legata alla cessione di un ex calciatore della Roma dalla quale la società è convinta di poter ricavare una somma molto vicina ai 10 milioni di euro. Una cifra che, non è certo un mistero, qualora entrasse nelle casse romaniste, rappresenterebbe una vera e propria manna dal cielo in ottica plusvalenze.
Il caso di cui parliamo è quello relativo a Riccardo Calafiori. Il centrocampista lo scorso anno è stato venduto dal Bologna all’Arsenal per la considerevole somma di 50 milioni di euro, tra parte fissa e bonus. Lui, insieme a Zirkzee, rappresentò una delle cessioni più care della passata estate. Ebbene, da quella operazione il Basilea, ex squadra del calciatore, incassò addirittura la metà di quel valore per via dei diritti acquisiti sulla rivendita.
Diritti che, sostiene la Roma, spetterebbero anche a lei. I giallorossi sono infatti convinti che gli accordi stipulati all’epoca col club svizzero prevedano il riconoscimento del 40% sulla parte variabile di quanto entrato nelle loro casse e non soltanto sulla parte fissa relativa alla somma col quale il Bologna lo prelevò proprio dal Basilea (per 4,5 milioni di euro).
Detta così, ce ne rendiamo conto, sembra un po’ complicata come faccenda. Proviamo quindi a semplificare ulteriormente. Nel 2022 Calafiori passa dalla Roma al Basilea per circa 2.5 milioni di euro più il 40% sulla futura rivendita. L’anno seguente l’azzurro approda al Bologna per 4 milioni di euro.
Ai giallorossi il ritorno in patria dalla Svizzera del suo ex calciatore frutta pertanto subito 1.5 milioni di euro. Una somma molto più alta, come visto, è toccata invece al Basilea dopo l’affare tra i rossoblù e i gunners dello scorso anno dato che gli svizzeri si erano assicurati in questo caso il 50% della successiva rivendita.
Ed è qui che risiede il nodo della vicenda: il club dei Friedkin è convinto, per via degli accordi stipulati col Basilea, di aver diritto ad una percentuale su ogni incasso relativo a Calafiori e che quindi quei 9,4 milioni di euro (ovvero il 40% della somma spettante al Basilea per il passaggio del centrocampista in Inghilterra pari a 23.5 milioni di euro) prima o poi verranno incassati. Se così fosse anche questa plusvalenza potrebbe finire nel computo UEFA: prima però serve vincere la diatriba legale.