
Il ritorno in campo di Edoardo Bove non è più un miraggio. Dopo mesi difficili, la speranza prende finalmente forma e si fa sempre più concreta. Secondo quanto rivelato in esclusiva da La Gazzetta dello Sport, i controlli eseguiti ad Ancona circa tre mesi fa hanno fornito riscontri incoraggianti, aprendo la strada a un possibile semaforo verde per il ritorno in campo di Edoardo Bove entro la fine di luglio. Prima, però, sarà necessario completare l’iter diagnostico: restano infatti da valutare altri esami decisivi, utili a escludere il rischio di una possibile ricaduta. La Roma e il giocatore, consapevoli della delicatezza del momento, continuano a muoversi con estrema cautela, ma l’ottimismo cresce. L’incubo, finalmente, sembra essere davvero vicino al capolinea.

Riguardo la situazione di Edoardo Bove e sul suo possibile ritorno in campo probabilmente fuori dai confini italiani e quindi dalla nostra Serie A, si è espresso l’ex responsabile sanitario dell’AS Roma Mario Brozzi (in carica dal 1997 al 2009). Queste sono state le parole di Brozzi rilasciate in esclusiva per Il Messaggero.
Mario Brozzi: “Se ci fosse un solo dubbio sulle sue condizioni fisiche, Bove non deve tornare a giocare”
“La vita non ha prezzo. Se c’è anche un solo dubbio che le condizioni fisiche non ci siano, questo basta per escludere il rientro. Ma l’eccessivo rigore che costringe i nostri atleti ad emigrare in altri paesi per giocare non lo trovo giusto. Noi medici dello sport dobbiamo uniformarci alle casistiche internazionali. In Italia c’è una regolamentazione molto rigida che fino ad oggi ha funzionato. Ci sono, però, esempi in tante nazioni dove le maglie sono più lasse e molti atleti, con problematiche simili a quelle di Bove, sono tornati a giocare. È accaduto a Montella quando aveva 16/17 anni. Il suo sogno si era infranto. Poi è diventato il Montella che tutti avete apprezzato”