Interviste

“Potevo morire all’improvviso”: da campione della Roma al ritiro

Il racconto toccante di quello che è stato il periodo più difficile di uno dei campioni giallorossi: la malattia

È uno dei calciatori che ha legato la sua carriera ai colori giallorossi. Con la maglia della Roma il difensore di origine brasiliana ha giocato ben quattro stagioni, dal 2012 al 2018, seppure con due prestiti alla Sampdoria e al Torino.

La malattia che gli ha cambiato la vita

Solo qualche giorno fa il difensore centrale brasiliano, oggi 38enne, ha rilasciato un’intervista a Gianluca Di Marzio. Un racconto dettagliato incentrato in particolare su uno dei momenti più difficili della sua vita, quello nel quale ha scoperto la malattia che gli avrebbe cambiato la vita e il futuro.

Leandro Castan – RomaForever.it

Nella partita Empoli Roma i primi fastidi

L’incubo di Leandro Castan è iniziato il 13 settembre del 2014 nella partita Empoli Roma quando ha iniziato ad avvertire un fastidio per il quale Rudi Garzia ha deciso di cambiarlo. A seguire le cose sono precipitate. Dopo una notte insonne e forti giramenti di testa è andato in ospedale per una risonanza magnetica e così il medico della Roma gli ha confessato: “C’è qualcosa al cervello”.

La Roma ha tenuto nascosto quanto stava succedendo

Nelle due settimane che sono seguite, ha avuto una notevole perdita di peso, circa 20 chili, dovuti ai continui conati di vomito. Dal canto suo il club giallorosso decise di nascondere quanto stava succedendo, e Leandro di non guardare i social, fino a quando ha dato uno sguardo a Twitter dove c’era scritto: “Leandro Castan ha un tumore, potrebbe morire”.

La terribile verità

Per il calciatore della Roma che fino a quale momento non sapeva nulla delle sue condizioni si è scatenata la paura, accentuata dalla morte del nonno per un tumore al cervello. Solo dopo un po’ di tempo Castan ha saputo che stava combattendo contro “un cavernoma cerebrale”. Notizia terribile alla quale ne è seguita anche un’altra: “Non potrai più giocare a calcio”. Buio.

La scelta tra smettere di giocare o essere operato

Per il difensore brasiliano era arrivato il momento di conoscere nel dettaglio la sua condizione e mi spiegarono: “Al terzo mese della gravidanza il tuo cervello si è sviluppato in modo non corretto. Se prendi una botta durante una partita ti potrebbe partire un’emorragia cerebrale e potresti morire. O smetti o ti operi”. Ma dell’intervento non ne ha voluto sapere.

La decisione di sottoporsi all’operazione chirurgica

In seguito, però, una vota sedimentata la notizia, è arrivata la decisione di sottoporsi all’intervento. Troppo grande il desiderio di tornare a giocare con la Roma. Voleva ritrovare lo stato di forma al quale era abituato, tornare a essere uno dei difensori più forti della serie A, anche se “non è stato possibile. Ma sono ancora qui”.

Il difficile ritorno in campo

Il periodo che è seguito è stato difficilissimo per Leandro. Nonostante fosse tornato in campo, sentiva che i suoi compagni lo guardavano in modo diverso, come un malato. Eppure il suo desiderio, confidato poi a una psicologa era: “Tornare a giocare come prima”. La dottoressa gli spiegò che non sarebbe più stato possibile e piano piano è riuscito ad accettare la situazione.

Il sogno del difensore giallorosso

La passione per il calcio, però, non è venuta meno. Ancora oggi continua ad amare “l’odore dell’erba, entrare in contatto con i ragazzi” e allora ha deciso di fare il corso da allenatore. Intanto è tornato a vivere in Brasile insieme alla sua famiglia. “Presto porterò i miei figli a Roma dove dirò loro chi è stato il loro papà. Un bambino di Jaù che ce l’ha fatta. Nonostante tutto”.

Francesca Di Nora
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