
In occasione del Global Lunch dei 100 migliori giovani giocatori in lizza per l’European Golden Boy a Solomeo, Claudio Ranieri ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla sua carriera che sta giungendo, questa volta, definitivamente a termine.
“Sognavo di fare il calciatore”, ha esordito per poi aggiungere: “Se sono andato oltre? Non pensavo di fare l’allenatore. Avevo detto non vengo a fare il corso poi alla fine sono andato anche io e mi sono detto: vediamo se capisco di calcio, se ho delle idee, se so parlare ai giocatori, alla stampa, poi è venuta fuori Cagliari che è stata la spinta per il grande calcio”.
Sicuramente sapeva farlo e anche molto bene, Claudio Ranieri è stato veramente la storia del calcio italiano con una lunga carriera alle spalle fatta di successo e soprattutto di estimatori.
“Ho fatto una carriera con alti e bassi, ma c’è stata la forza della famiglia, di mia moglie che sono 50 anni che mi sopporta, è stata la cosa bella assaporare anche l’amaro che c’è nel calcio e avere la determinazione nel lottare”, un sostegno importante quello della moglie Rosa Bitonti con la quale è sposato da oltre 40 anni e ha una figlia Claudia, sposata con l’attore Alessandro Roja.
Rosa, o Rosella come ama chiamarla lui, l’ha seguito ovunque, conosciuto a Catanzaro sua città natale negli anni in cui il tecnico romano giocava con la squadra calabrese.
Ranieri ha poi continuato il suo racconto: ”Al Watford succedeva l’inverso di Leicester, tutto sempre negativo, poi è tornato il Cagliari, siamo tornati in Serie B, ci siamo salvati, ed ho detto posso smettere, e giuro di aver detto ‘smetto’, poi molti dirigenti mi hanno chiamato e dentro di me ho detto, se devo tornare solo a Cagliari o con la Roma e pregavo che non mi chiamassero. Quando cambiarono De Rossi con Juric ho pensato, è passata, sto tranquillo e invece mi hanno richiamato, ma questa volta è vero, smetto, passo dall’altra parte, vediamo se sarò capace, c’è tanto da imparare e da fare, io ho tanta voglia di fare”.
Conclude con una considerazione che dimostra la sua alta levatura morale: ”La cosa più facile è entrare in sintonia con i calciatori, dove sono riuscito è andata bene, non do mai colpe a nessuno se non a me stesso per cercare di migliorare”.