L’ex Roma si racconta: “Se non fossi partito sarei finito in galera”

L’ex giocatore giallorosso ha parlato della sua infanzia difficile e in generale della sua vita tra serate, scommesse e calcio

Jacopo Pagliara -
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Nainggolan ai tempi della Roma
Nainggolan ai tempi della Roma (Instagram @radja_nainggolan_l4)

Stefano Corti e Riccardo Messa si sono recati in Belgio con l’obiettivo di ottenere una testimonianza diretta da Radja Nainggolan su alcune vicende controverse, tra cui il recente arresto. Nella puntata de Le Iene in onda questa sera su Italia 1, l’ex centrocampista si è aperto come mai prima d’ora, parlando senza filtri né condizionamenti. Il “Ninja”, protagonista di una carriera brillante segnata anche da eccessi fuori dal campo, si trova ora a dover affrontare una grave accusa: coinvolgimento in un presunto traffico internazionale di droga. Un’intervista intensa che mostra il volto più umano e fragile del campione ex Roma.

Il Ninja, una vita tra il campo e gli eccessi

Radja Nainggolan
Radja Nainggolan (X -@CalcioFinanza)

Queste sono state le parole di Radja Nainggolan sul suo passato:

Da ragazzino ho fatto tante ca**ate, risse, furti… ho intrapreso un po’ quella strada perché non avevo niente e cercavo di portare a casa qualcosa. La mia fortuna è che sono andato via a 16 anni, altrimenti non so come sarei finito“.

Sulle sue notti da calciatore, Radja parla così:

Martedì andavo a ballare. Mercoledì giocavo alla playstation, giovedì uscivo sempre perché era la serata hip hop, la mia miglior serata, quindi mi sfasciavo, venerdì stavo in coma in allenamento, sabato giocavamo. Domenica riposavo, lunedì partivo in ritiro, martedì Champions“.

Poi l’episodio in ritiro con la Roma:
“Eravamo in camera di Totti, io, Pjanic e Manolas. Stavamo giocando a punto-banco, abbiamo tirato oltre l’una di notte. Usciti dalla camera di Totti, io e Pjanic dovevamo andare dall’altra parte del corridoio e c’era Spalletti addormentato in mezzo al corridoio. Quindi, io e Pjanic, zitti, zitti, cerchiamo di scavalcarlo per andare nella nostra camera ma lui si è svegliato e ci ha detto: ‘dove ca*** andate?!’. Il giorno dopo ha messo Totti e Pjanic in panchina“.
Nainggolan continua poi raccontando di uno spiacevole episodio capitato in discoteca quando vestiva la maglia dell’Inter:
“Vado in un locale per festeggiare il compleanno di un amico, arrivano al tavolo degli ultras dell’Inter e uno mi tira uno schiaffo… La mia felicità è la vita che ho sempre fatto e più sono felice più le mie prestazioni in campo sono buone”.

Le scommesse e l’accusa per traffico di droga

Oltre alle serate in discoteca, Nainggolan parla anche di un altro suo vizio, le scommesse:

“Una volta al casinò ho perso 200 mila euro in una sola sera. Come mi sono sentito? Sperando che arrivi lo stipendio il mese dopo per riprenderli, io lo facevo per sentire l’adrenalina. Ho scommesso anche su siti illegali“.

Poi chiarisce la sua posizione sulla vicenda che lo ha fatto balzare in prima pagina:

“Io sono contro la droga, anche se mi hanno descritto come Escobar“.  Sui legami con Nasr-Eddine Sekkaki:”Mi scambio dei messaggi con lui… e la polizia pensa che erano dei messaggi in codice per il traffico di droga, in realtà c’è stato uno scambio di soldi in prestito tra me e lui, ma la droga non c’entra e neanche i debiti di gioco. È un mio amico ma quello che fa nella vita è un problema suo, non mio”.