Marco Borriello alla Roma - Foto: UEFA (RomaForever.it)
Come dimenticarsi di Marco Borriello? Centravanti polivalente che univa senso del gol alla partecipazione al gioco di squadra. Mancino d’altri tempi, colpo di testa e una prestanza fisica che gli permetteva di fare reparto da solo. Nella sua lunga carriera però non sempre è riuscito a restare all’altezza della fama che si era creato: specie alla Roma, dato che dopo un inizio promettente era finito nel passare da riserva di lusso ad un vero e proprio problema per la società considerando il suo ricchissimo ingaggio.
Quegli anni ce li ricordiamo benissimo. Ogni estate i giallorossi cercavano disperatamente di piazzarlo altrove, considerando quel quinquennale firmato nel 2010. Arrivando perfino a corrispondergli degli incentivi pur di vederlo sloggiare. Dopo ogni prestito tuttavia (Juve, Genoa, West Ham) l’attaccante, forte dei suoi 4 milioni di euro percepiti (esclusi bonus) finiva per ritornare a Trigoria. Sempre fuori da ogni progetto tecnico ma col portafoglio rigorosamente rigonfio di denaro.
L’attaccante come detto arriva nella Capitale nel 2010, preso dal Milan in prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni. Il primo anno di Borriello in giallorosso è di quelli da incorniciare o quasi: 17 reti tra tutte le competizioni (in quella stagione sarà l’unico giocatore ad andare a segno almeno una volta sia in Coppa Italia, sia in Serie A che in Champions, ndr), squillo vincente nel derby.
Tanto che a fine stagione la Roma decide di acquistarlo a titolo definitivo. Da lì in poi inizieranno però i problemi per lui a Trigoria. L’idillio si spezza infatti subito, dopo appena un anno. Pur di sbarazzarsi di lui la società giallorossa decide di corrispondergli un incentivo pari a quasi 300mila euro. Per lui arriva la Juve che però a fine anno lo rimanda indietro.
Lo stesso scenario si ripeterà più o meno ad ogni stagione fino al 2015 quando, da svincolato, si accasa al Carpi. Per lui inizieranno a quel punto tutta una serie di altre avventure – Spal, Cagliari, Atalanta – fino alla decisione di mollare l’Italia per trasferirsi a Ibiza. Un’operazione che suscitò tantissima ironia considerando la sua fama di latin lover fuori dal campo. Sta di fatto che l’esperienza (calcistica) durò pochissimo e fece da preludio al suo addio ufficiale al calcio giocato.
Di Borriello resteranno ai posteri sicuramente i gol – ci mancherebbe – ma anche tutto quello che gli è sempre ruotato attorno. A partire dal maxi ingaggio che era riuscito a farsi riconoscere dalla Roma per quel periodo così lungo ma in generale per tutti i soldi guadagnati in tutta la sua carriera.
“Credo di essermi messo in tasca circa 30 milioni” – aveva confessato in un’intervista qualche anno fa l’ex calciatore – “all’inizio ero mosso dalla passione, ma quando ho capito che non servivo più mi sono fatto i miei conti. Chi mi voleva, pagava“.
In giallorosso, come visto, guadagnava la cifra monstre di 4 milioni netti all’anno. Sul suo periodo romanista ci sono poi tantissimi aneddoti – la maggior parte riguardanti la sua vita “esuberante” fuori dal campo – alcuni dei quali riferiti proprio al contratto che aveva firmato con la Roma.
Uno di questi è stato rivelato dal giornalista Stefano Carina: “Si parla tanto oggi di bonus nei contratti” – ha raccontato in un’occasione il cronista sportivo molto vicino alle faccende giallorosse – “ne ricordo uno di Borriello davvero particolare. Praticamente gli era stato riconosciuto dalla Roma un premio che sarebbe scattato alla prima partita giocata dalla squadra con la maglia bianca. Un bonus senza dubbio molto creativo”.