Leandro Castan (profilo Facebook AS Roma)
L’ex difensore della Roma Leandro Castán ha parlato di sé in una lunga intervista rilasciata per il portale gianlucadimarzio.com. Il brasiliano ha parlato del suo passato in giallorosso e del suo possibile futuro come allenatore, ma soprattutto della malattia al cervello che gli ha cambiato la vita, costringendo a mettere in pausa la sua carriera.
L’incubo del difensore brasiliano ebbe inizio in un Empoli-Roma del 2014.
“”Tutto bene?”, mi chiese Maicon. Durante il riscaldamento sentii un fastidio al flessore. “Leandro non sta bene”, disse a Rudi Garcia all’intervallo. Cambio. Esce Leandro Castan. Cala il sipario. Per sempre. Torno a casa e inizio a non stare bene.” Qui cominciò l’incubo per il brasiliano, che a Roma stava vivendo il momento più alto della sua carriera.
“I primi 15 giorni furono terribili. Non mi reggevo in piedi, vomitavo molto, persi 20 kg” Afferma il brasiliano. Subito dopo ci fu il ricovero in ospedale, la diagnosi dei medici fu gravissima: Cavernoma cerebrale. “Ho fatto di tutto per tornare al mio livello. Tutto. Non è stato possibile. Ma sono ancora qui”. Continua amaro Castán.
L’ex difensore giallorosso si è poi concentrato sul suo passato con la maglia della Roma, vestita dal 2012 al 2016. Queste le sue parole:
“Il periodo più bello fu con Rudi Garcia. Arrivò dopo la delusione della Coppa Italia persa. Per me ha fatto tantissimo. Come giocatore e come persona. E pensare che durante il primo allenamento litigammo pesantemente. ‘Quel giorno ho capito che eri un uomo su cui avrei potuto contare’, mi rivelò poi. Vincemmo le prime 10 giornate di Serie A. Mi fa male ancora oggi non aver vinto quel campionato“.
Dopo l’esperienza in giallorosso, il brasiliano venne girato in prestito a Sampdoria, Torino e Cagliari. Nel 2018 il ritorno in Brasile, Al Vasco da Gama, dove ha poi concluso la sua carriera nel 2022. Ora però ha un nuovo sogno, quello di diventare allenatore:
“Ora sto facendo il corso da allenatore. Mi piace stare in campo, sentire l’odore dell’erba, entrare in contatto con i ragazzi. Non è ancora finito il mio momento. C’è un’altra vita nel calcio per Leandro Castan. Continuo a sognare. Se un uomo senza sogni è un uomo morto, io sono vivo. Vivo davvero”.