“Ricordo che all’epoca volevo aspettare un po’, prendermi una pausa. Ero a Torino, a casa. Un giorno uno dei miei agenti è venuto da me e mi ha detto che Mourinho voleva parlarmi. Certo, Mourinho è speciale: è un allenatore che ha vinto tutto, una persona unica. Non potevo ignorare la sua chiamata. Ma sapevo che mi avrebbe convinto, per questo ho voluto aspettare”.
E sulle telefonate con lo Special One ha aggiunto:
“La prima volta abbiamo fatto una bella chiacchierata, è stata una conversazione lunga ma non ha fatto pressioni per ottenere una risposta immediata. Il giorno dopo, però, ha voluto chiamarmi di nuovo, così gli ho detto di darmi qualche ora per parlare con la mia famiglia e mia moglie. Ho parlato con loro e con la mia squadra e, una volta presa la decisione di unirmi alla Roma, gli ho mandato un messaggio dicendo: ‘Ci vediamo presto’. E con questo abbiamo chiuso l’accordo”.
Impossibile dimenticare il giorno del suo arrivo nella Capitale e l’accoglienza che i tifosi della Roma gli hanno riservato al Colosseo Quadrato: