Calciomercato Roma: “Voglio giocare”, ritorno a Trigoria e summit sul futuro

A breve tornerà a Trigoria tra tante perplessità e dubbi sul suo futuro, seppure il forte desiderio di continuare a giocare con costanza

Francesca Di Nora -
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Ghisolfi
Ghisolfi – RomaForever.it

È partito in prestito il 30 giugno scorso da Trigoria per raggiungere l’Espanyol. In questa stagione il difensore centrale Marash Kumbulla ha trovato continuità e ha collezionato 31 presenze sulla 33 partite giocate e messo a segno 3 gol. A breve, però, sarà chiamato a lasciare la Spagna per rientrare nella Capitale.

Come ha vissuto questa stagione in prestito

Il calciatore ha riassunto la sua esperienza con parole chiare sottolineando: “All’inizio ero un po’ titubante, per il fatto di cambiare città e Paese. Ma è bastata una settimana, mi sono ambientato benissimo e mi sembrava di essere in Italia: la differenza è la lingua, ma culturalmente Spagna e Italia sono molto simili. Anche il fatto di giocare aiuta molto, perché ti relazioni coi compagni con molta più intensità rispetto a quando non giochi dall’inizio. Adesso sono innamorato della città”.

Kumbulla
Kumbulla -RomaForever.it

L’infortunio e la difficoltà di tornare la cento per cento

Per Kumbulla non è stato semplice recuperare dall’infortunio al ginocchio. “Ci vuole tempo – ha specificato -. Ti alleni, giochi, ma non ti senti al meglio e io ho avuto bisogno di questi mesi per ritornare quello che ero prima”. Volendo fare una differenza con il campionato italiano il difensore ha precisato: “E’ un calcio meno tattico rispetto all’Italia, si è più esposti a contropiede e giocate offensive, poi c’è anche una grande differenza di mentalità che qui è molto serena”.

Le difficoltà con la Roma al suo arrivo a Trigoria

Ha ricordato anche la sua esperienza con la Roma dove è arrivato “nel mercato post Covid. Ero partito bene. Poi c’è stato un momento in cui comunque ho giocato, ma ero più un’alternativa. E penso di essere un tipo di giocatore che ha bisogno di costanza, ma più che altro perché fisicamente sono uno che ha bisogno di giocare e allenarsi sempre bene. Magari dopo un po’, essendo anche giovane, non ho saputo gestire il tutto. Poi i vari infortuni, ma soprattutto quello principale al ginocchio, mi hanno penalizzato. Però avevo anche tanta bella concorrenza: sapevo di aver davanti giocatori forti. Poi ovviamente tutti vorrebbero giocare sempre e non sei felice quando non giochi”.