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Mourinho, le richieste e il rapporto con i Friedkin: il futuro della Roma in pochi giorni

L'ultimatum del tecnico dopo la finale persa è la spia di una diversità di vedute col club. Le sirene di Psg e Real e l'amore dei tifosi
Giovedì 01 giugno 2023
Se le parole possono essere interpretabili, non lo è di sicuro il linguaggio del corpo, che si materializza in atteggiamenti, espressioni, smorfie. Da questo punto di vista, una cosa è certa: in questo momento José Mourinho sente ancora di appartenere pienamente alla Roma. Certo, ha un contratto fino al 2024 da circa 8 milioni netti, e questo è un dettaglio non banale, ma c'è anche altro. Quanto meno un senso di attaccamento alla sua squadra che in piena notte, nel garage dello stadio di Budapest, lo ha visto inveire ancora contro l'arbitro Taylor al grido di "you are a fucking disgrace", non trattenuto neppure dal designatore Rosetti. Al netto delle possibili ripercussioni disciplinari dello sfogo, la sconfitta in finale contro il Siviglia lascia aperto il discorso riguardo al futuro dello Special One, che mai così chiaramente ha lanciato la palla sul territorio dei Friedkin.

ULTIMATUM — L'allenatore portoghese è stato netto: "Sono pronto a restare, ma la squadra merita di più e io merito di più, perché sono stanco di andare avanti così". E a quel punto ha sgranato anche il rosario di lamentazioni, legate anche al fatto di sentirsi solo nelle (reiterate) proteste contro la classe arbitrale, che tanto favore gli hanno fatto guadagnare fra i tifosi, convinti di avere trovato in lui il loro paladino. Non solo. Mourinho ha espresso anche una sorta di secondo ultimatum, stavolta temporale: "Credo sia arrivato il momento di parlare perché io da lunedì vado in vacanza". La storia è nota: da gennaio Mourinho chiede udienza alla proprietà senza essere stato ricevuto. A molti cronisti non è sfuggita la freddissima stretta di mano con Ryan Friedkin dopo la partita. Ora tocca al presidente Dan decidere la strategia. Sulla carta, quella che offre lo Special One va in contrasto con le linee guida della società. Per chi viene dalla cultura sportiva statunitense, l'andare sempre a testa bassa contro gli arbitri, così come tenere un livello di investimenti insostenibile rispetto a budget e bilancio, sembra problematico. Tra l'altro, il club ha firmato un "settlement agreement" con la Uefa valido fino alla stagione 2026-27, che impone paletti rigidi pena una multa già comminata di 35 milioni, di cui trenta per ora congelati in attesa di comportamenti virtuosi. Per una società che al momento neppure sa se parteciperà alla Conference o alla Europa League (e senza "main sponsor"), è logico che promettere mirabilie è complicato, tanto più che ancora a metà stagione i Friedkin erano convinti - a differenza di Mourinho - di avere allestito una rosa per approdare alla zona Champions e non per veleggiare al sesto posto. Anche su questo il portoghese è stato chiaro: "Meglio che non siamo andati in Champions perché noi non siamo una squadra da Champions". Un altro piccolo sgarbo a una proprietà che, in meno di tre anni, ha investito oltre 750 milioni per il risanamento del club.

PROGETTO — E adesso occorrerà trovare un punto d'intesa. Mourinho vuole giocatori pronti per vincere, mentre i Friedkin coltivano l'idea di un progetto a medio termine. Perciò, se nel giro di pochi giorni si materializzassero offerte dal Psg (il più interessato) o un ritorno di fiamma del Real Madrid (sempre alla finestra), lo Special One saluterebbe senza rimpianti. Altrimenti bisognerà trovare un punto d'incontro fra le esigenze di Mourinho (che ha con sé tutta la piazza) con quelle dei Friedkin (che hanno il controllo del portafoglio). In mancanza di lusinghe, la nuova convivenza resta ancora l'ipotesi più probabile, ma c'è il rischio che si vada incontro a una stagione piena di malumori e di ruggini più o meno palesi. Per questo le parti - per il bene della Roma - dovranno avere chiaro quello che il poeta Montale esprimeva così: "ciò che non siamo, ciò che non vogliamo". Ma nel calcio c'è ancora spazio per i poeti?
di Massimo Cecchini
Fonte: Gazzetta dello Sport
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