Nuove perquisizioni della Guardia di Finanza relative all'inchiesta sulle plusvalenze del calcio italiano e nel caso specifico dell'Inter. Come riporta l'agenzia Ansa, infatti, il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano si è recato nella mattinata di martedì presso gli uffici della Covisoc, nella sede della Federcalcio a Roma in Via Allegri, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano che indaga sulle plusvalenze effettuate dal club nerazzurro.




Plusvalenze Inter, Guardia di Finanza nella sede della Covisoc
In particolare, la Gdf ha acquisito dalla Covisoc la relazione su 62 operazioni sospette tra il 2019 e il 2021 che riguardano il trasferimento di giocatori di una serie di squadre italiane, tra cui quella nerazzurra, ma anche la Juventus e il Napoli. Il provvedimento segue un altro blitz avvenuto poco meno di due mesi fa, il 21 dicembre, quando la stessa Guardia di Finanza aveva perquisito direttamente la sede dell'Inter oltre che gli uffici milanesi della Lega Serie A.

Plusvalenze Inter, si indaga sul biennio 2017-2019
L'inchiesta in corso riguarda le plusvalenze realizzate dall'Inter nel periodo 2017-2019 e in particolare presunte irregolarità in relazione alle operazioni che hanno portato a scambi di circa dieci calciatori tra l'Inter e altri club nel biennio finito sotto la lente di ingrandimento per un giro di circa 90 milioni di euro di plusvalenze. La relazione della Covisoc, redatta nel 2021 e già trasmessa anche alla Procura federale della Figc, verrà acquisita e finirà agli atti dell'inchiesta riguardante l'Inter e condotta dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Giovanni Polizzi per l'ipotesi di falso in bilancio.

Plusvalenze Inter, gli affari sotto inchiesta
Tra le operazioni sospette quelle che riguardano il portiere romeno Ionut Radu e l'attaccante Andrea Pinamonti, scambiati con il Genoa per plusvalenze rispettivamente di 7,7 milioni e 19 milioni, oltre a quelle riguardanti giocatori della Primavera. Il medesimo filone d'inchiesta aveva portato per la Juventus all'iscrizione nel registro degli indagati, oltre che del club bianconero, tra gli altri, del presidente Andrea Agnelli e dell'ex direttore sportivo Fabio Paratici.