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Milano vs Roma: la metropoli vicina all'Europa e la città eterna andata in crisi. Ma sugli stadi...

Progetti, mentalità, ambizioni: Cottarelli e Abodi leggono il confronto tra due centri così lontani e così vicine
Venerdì 06 dicembre 2019
Alta velocità, capitali contraddizioni. Non basta un treno per avvicinarle, la storia è infinita: cosa vuoi che sia un'Inter-Roma? Perché sì, forse ha ragione Andrea Abodi, presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo, quando sottolinea che "ormai, parlando di Milano e Roma, descriviamo due Paesi diversi". Magari però conviene stare a sentire anche Carlo Cottarelli, interista doc, economista nato a Cremona che racconta: "Milano è l'efficienza, certo. Ma Roma è bellezza. Che prima o poi si renderà conto dei problemi da risolvere. Le basterà un'occasione, un momento come quello che Milano ha sfruttato con Expo".

LONTANE, MA VICINE — E per la verità l'occasione è passata sotto il naso. Poteva essere l'Olimpiade a cui il sindaco Virginia Raggi ha detto no. Beppe Sala e Milano invece si sono tuffati con successo sui Giochi Olimpici invernali del 2026. Al bivio c'è chi ha svoltato e chi è andato dritto. Ma il navigatore segna traffico intenso per tutti sulla strada per i due nuovi impianti calcistici. Così lontane, Milano e Roma, eppure impantanate in problemi tanto diversi quanto simili: "E non riesco a capire, da osservatore credo che sia necessario per i club italiani avere impianti moderni - ancora Cottarelli -. Non so quanto possa costare rinnovare San Siro, Milano rispetto a Roma ha anche un problema di affetto verso un simbolo della città. Di sicuro resterei nella stessa zona, non andrei altrove". Ipotesi che invece Milan e Inter stanno prendendo seriamente in considerazione. Eccola qui, la grande contraddizione. "In termini di decoro, di servizi pubblici, di qualità del manto stradale e di trasformazione urbana le due città sono distanti anni luce - ancora Abodi -. Milano è impegnata in una perenne trasformazione, è una città in movimento, che recentemente ha abbracciato anche una sostenibilità ambientale che Roma, invece, ha dimenticato. Però, quando si tratta di stabilire un'agenda infrastrutturale sportiva, tutte e due le città incontrano delle difficoltà. Non è un caso. Milano, rispetto a Roma, ha preso un ritmo internazionale, ha appena inaugurato il nuovo Palalido e la chance olimpica certamente le darà una scossa duratura. Ma la vicenda San Siro, in qualche modo, la avvicina alla capitale. Anzi, mi sembra che a Roma il discorso sia ripartito, seppure tra le difficoltà, mentre a Milano il progetto del nuovo San Siro si è già impantanato".

SERVE BUONA VOLONTÀ — Forse manca la volontà di fondo. "Eppure Torino e Udine hanno segnato la via - ricorda Cottarelli -. Un nuovo impianto aiuterebbe le società anche ad aumentare il tasso di vivibilità dell'evento sportivo. Si chiama educazione, in un contesto diverso, di fronte a famiglie, sarebbe più complicato anche rendersi protagonisti di insulti o razzismo". Ma c'è qualcosa di sbagliato all'origine, secondo Abodi: "A Milano l'approccio dell'iter per il nuovo impianto non è stato dei più felici. Si è pensato, erroneamente, che la progettazione potesse anticipare la concertazione, doverosa, con le altre parti coinvolte, innanzitutto l'amministrazione. Un progetto di quel tipo va calato nel territorio, ci si deve confrontare, si deve dialogare, altrimenti si ricade nell'errore tipicamente italiano di dividersi in fazioni, di andare avanti a contrapposizioni, e intanto il tempo passa e in cinque anni non si vede nemmeno una betoniera". A Roma, per intendersi, sono passati 2.866 giorni dall'avvio dell'iter. "Prendiamo il Meazza, sulla cui utilità futura è doveroso riflettere, si è pensato di cancellarlo con un tratto di penna - aggiunge Abodi -. Io auspico che Milano e Roma possano diventare le locomotive di una politica infrastrutturale che doti l'Italia di stadi finalmente all'altezza. Una traccia importante c'è, a Verona, Bologna, Cagliari, Firenze. Ma ci vuole preliminarmente un grande patto di sistema, un'alleanza tra club, istituzioni sportive, amministrazioni locali, Governo e banca pubblica. Altrimenti, continueremo a dipendere dagli eventi e non cresceremo mai come sistema". E sarebbe un'occasione persa per tutti. "Non ho mai creduto alle contrapposizioni genetiche - fa Cottarelli -, un progetto o una ripartenza è sempre e solo questione di buona volontà. Al netto dello stadio, Roma ha difficoltà oggettive che Milano non ha, anche per semplici questioni di superficie da gestire. Datele una chance. E ripartirà".
di Catapano - Stoppini
Fonte: Gazzetta dello Sport
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