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Il calcio che amiamo arriva in Vaticano con i grandi del pallone

Venerdì 24 nell'Aula Paolo VI davanti a più di 5mila ragazzi una sfilata di campioni, allenatori e dirigenti per parlare di educazione, inclusione e divertimento. Poi il discorso finale del Pontefice
Martedì 21 maggio 2019
I giovani. I loro problemi e i loro sogni, che spesso hanno forma rotonda, come una palla da prendere a calci. Il mondo dei nostri ragazzi e il gioco che più amiamo sono il pane della nostra Gazzetta. Argomenti degni, addirittura, di un'udienza in Vaticano. Francesco, il papa venuto dalla fine del mondo, il tifoso appassionato che attraverso lo sport vorrebbe educare il mondo, ne parlerà in prima persona in un evento unico. «Il calcio che amiamo» è il titolo che parla da solo dell'incontro organizzato dalla Gazzetta dello Sport, in collaborazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la Lega di Serie A: venerdì prossimo, 24 maggio, nella maestà dell'aula Paolo VI, ci si fermerà a riflettere sul calcio come divertimento, educazione e inclusione.

PER I RAGAZZI — Eccole le tre stelle polari di una mattinata di dibattiti, tutti moderati da giornalisti del nostro quotidiano, tra campioni, allenatori, addetti ai lavori e vertici delle istituzioni sportive italiane. Alla fine, poi, il momento più atteso ed emozionante: in sala arriverà Francesco per ripetere a tutti un concetto a lui caro, l'importanza dei valori sportivi nell'educazione delle giovani generazioni. Lo ascolteranno molti bambini e ragazzi delle scuole calcio della Federazione e delle squadre giovanili delle società di A, in sala assieme a più di cinquemila studenti di Roma, Lazio e Abruzzo, dalle primarie fino alle superiori. All'arrivo di Francesco, sarà invece Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, a tirare le fila: racconterà al Pontefice i contenuti di una mattinata speciale.

TRE SALOTTINI — Il calcio come metafora della vita stessa. Il calcio che accende i sentimenti e moltiplica le passioni. Ma il calcio anche come strumento potente: aiuta ad educare i nostri ragazzi, insegna loro come stare al mondo e non solo su un campo; riesce ad avvicinare le persone, a includere chi viene messo da parte in una società sempre più incattivita; insegna a crescere con spensieratezza, a inseguire creatività e divertimento. Questi, in linea generale, i tre argomenti di discussione dei salottini «creati» in Sala Nervi: se l'evento sarà condotto dalla giornalista di La7 Cristina Fantoni, modereranno i tre dibattiti Andrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport, Stefano Barigelli, condirettore, e Gianni Valenti, vicedirettore vicario.

QUANTI OSPITI — La sala Nervi, l'aula imponente lì sul fianco destro di San Pietro abituata a grandi adunate, non aveva ancora vissuto un evento così. Questo tocca direttamente una corda cara al Papa, sportivo e appassionato da una vita. Per questo saranno di altissimo livello gli ospiti che si confronteranno sugli assi cartesiani della giornata. Ad esempio, chi meglio di Samuel Eto'o, ex stella camerunese dell'Inter, potrebbe senza retorica affondare il coltello sull'emergenza razzismo? Chi, se non Arrigo Sacchi, potrebbe istruire una platea di ragazzi sull'importanza della disciplina per emergere nella vita? E il c.t. Roberto Mancini, che sta vestendo di azzurro un gruppo di ragazzi terribili, non ha mai smarrito l'idea che coltivava da calciatore: con una palla tra i piedi bisogna soprattutto divertirsi. Assieme a loro il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, il presidente della Figc Gabriele Gravina, il presidente della Lega Serie A Gaetano Miccichè, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il vicepresidente dell'Inter Javier Zanetti, l'attuale allenatore del Camerun Clarence Seedorf, il tecnico della Roma Claudio Ranieri, l'ambasciatore del Milan Franco Baresi, il dirigente delle giovanili Juve Gianluca Pessotto, la leggenda del calcio femminile italiano Carolina Morace, il capitano della nazionale italiana amputati Francesco Messori. Nel corso della mattina saranno pure premiati i vincitori del concorso «Il Calcio e i giovani» indetto dal Miur e rivolto agli alunni di Lazio e Abruzzo: hanno prodotto elaborati sui tre temi della giornata. Hanno capito davvero quale è «il calcio che amiamo».
di Filippo Conticello
Fonte: Gazzetta dello Sport
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