Forse è uno scherzo, forse è un incubo. Di sicuro è uno sbalzo tremendo, da record. Meno di due mesi fa la Roma festeggiava la qualificazione agli ottavi di Champions davanti a Chelsea e Atletico Madrid. Adesso invece ha tutti contro. E non sa più che fare, nemmeno fuori dal campo. A fine partita, con l'Olimpico che subissa di fischi una squadra annientata dalle proprie contraddizioni, Nainggolan aspetta Florenzi davanti al sottopassaggio per capire se sia il caso di andare sotto la Curva Sud a chiedere scusa, come i tifosi vorrebbero, o comunque a confrontarsi con la contestazione. Una scena già vista tre anni fa, dopo l'eliminazione dall'Europa League determinata da uno 0-3 contro la Fiorentina, che provocò l'umiliazione dei calciatori e molti strascichi penali agli ultrà più agitati. Florenzi però, da capitano della serata, preferisce guidare i compagni negli spogliatoi, per poi scendere nella zona interviste a fare il capitano-portavoce. La sua è una bruttissima serata: il padre Luigi si è sentito male - per fortuna si è ripreso dopo l'intervento dell'equipe di infermieri - in coincidenza con il rigore sbagliato.

TENSIONE - La frustrazione dei tifosi, che sono meno di trentamila ma si sentono benissimo, esplode senza freni sonori quando la sconfitta è vidimata dall'arbitro Banti e le telecamere inquadrano gli sguardi impietriti di Baldissoni e Monchi, seduti uno di fianco all'altro in tribuna d'onore. Ma era stata preparata con cura nei giorni scorsi, tra gli striscioni contro la proprietà esposti a Trigoria e gli slogan poco gentili rivolti al presidente Pallotta e al direttore generale Baldissoni ancora prima che la partita cominciasse. Qualche buontempone, fuori dallo stadio, ha distribuito fogli con dei dollari disegnati mentre un gruppo di una decina di persone in tribuna Monte Mario indossava magliette bianche con la scritta "Vendesi qualunque giocatore" chiaramente indirizzata alla società che ha trattato la cessione di Dzeko.

REAZIONE - La protesta non ha risparmiato nessuno, a parte forse Di Francesco che non è stato mai chiamato direttamente in causa dai cori ostili. Ma la tensione è andata in crescendo: si avvertiva pure all'intervallo, con la prima scarica di fischi. E i giocatori si sono innervositi con il passare dei minuti. C'è stato, per esempio, un battibecco nel finale di partita tra Kolarov e le prime file della Tribuna Tevere. Ai tifosi che si arrabbiavano per uno dei tanti palloni persi, Kolarov ha risposto con un eloquente «Non mi rompete il c...» immortalato dalle immagini televisive. Ma si è stufata anche la gente, che in un mese e mezzo incomprensibile è scivolata fuori da ogni percorso virtuoso e per la prima volta nell'èra Di Francesco ha manifestato esplicitamente il malcontento. C'è chi ha aspettato davanti alla tribuna Monte Mario l'uscita dei giocatori. Fortunatamente non ci sono stati problemi di ordine pubblico ma da oggi, per riaccendere la scintilla, dovrà essere la Roma a trascinare il suo pubblico e non viceversa.